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Monterivoso celebra il 13 dicembre con devozione Santa Lucia: una tradizione che si ripete da secoli

FERENTILLO – Le piccole edicole, chiese campestri, edifici che un tempo erano punto di fervore spirituale, oggi continuano ad esistere grazie a residenti e devoti. Il giorno venerdì 13 dicembre come ogni anno, al suono delle campane dall’alto del campanile della Chiesa di Sant’Antonio alle ore 11, messa nella cappelletta situata davanti all’ex Santuario, (ormai in degrado) lungo la strada per monte Carpio. A seguire, rinfresco a tutti i partecipanti.

La frazione di Monterivoso celebra la sua patrona, Santa Lucia, con grande devozione.

Il luogo della celebrazione è tanto caro alla popolazione al punto che, per salvaguardare la tradizione, di fronte al rudere del vecchio Santuario, e’ stata costruita negli anni ’80 una cappelletta e, ogni 13 dicembre, giorno della festa della Santa siciliana, si raggiunge con una processione, si celebra la messa e si offrono le tradizionali ciambelle benedette.

“Fin da piccola con i miei genitori e i miei fratelli – spiega Maria Conti di Monterivoso –  insieme a tutti gli altri bambini, Elda, Franca, Giuseppina, Carla, Brigida, Floriana, Andreina, aspettavamo con ansia questo giorno, anche perché veniva tantissima gente e dopo la Santa Messa le santesi del paese distribuivano caffè e ciambelle. Ancora oggi vengono molte persone da Ferentillo e dalle zone limitrofe e si cantano le canzoni di devozione alla Santa”.

Ma andiamo a scoprire l’ex  Santuario di Santa Lucia, la sua storia, il fatto prodigioso, quello che rimane dell’edificio e dei dipinti in esso conservato. Scendendo dalla chiesa del castello, seguendo la processione  si percorre tutto il centro storico del paese, si passa sotto archetti e si lambiscono  palazzetti gentilizi del XVI – XVII secolo come quello della Famiglia Pacetti, Scorsolini, Argenti – Medici, Fiorelli;  la piazzetta con una singolare loggetta e un dipinto del XVI secolo dentro una nicchia in facciata. Passato il ponticello sul fosso di castellone, la strada si arrampica verso monte Carpio. Qui, tra casolari, con mucche e animali domestici,  si incontra la cappella di Santa Lucia con l’ex Santuario.

 

Attualmente, l’ex chiesa Santuario, conserva ancora la sua faccia con campaniletto a vela, tutto coperto da edera. Il tetto ormai è crollato e la vegetazione ha preso il sopravvento su tutto. Era ad unica navata, assai ampia, piccola abside e un altare nella parete dove era collocato la veneratissima statua di Santa Lucia: l’immagine in terracotta attualmente e’ collocata nella nicchia sopra l’altare, nella cappelletta edificata nell’area antistante.

 

La statua, di contenute dimensioni, e’ in terracotta policroma, di bella fattura. Lucia mostra con la mano destra il piattino con gli occhi, mentre con l’ altra la palma del martirio. L’opera si avvicina, per stile e tecnica alla bottega di Rinaldo da Calvi. Il vecchio Santuario  mostra due finestre laterali, in basso, portale semplice, mentre sul lato sinistro una finestra con ancora una grata in ferro battuto. Il pavimento era in cotto e disseminato da botole sepolcrali con inciso alcune date e le iniziali di famiglie locali. La copertura era a capriata ciò dimostrano le travi presenti sul pavimento. Le pareti interne, un tempo dovevano essere tutte affrescate, come dimostrano alcuni affreschi emersi da sotto l’intonaco.

 

 

Figurano (nelle foto) tra l’altro un Sant’Antonio Abate, Sant’Antonio da Padova, San Bernardino da Siena, Madonna col Bambino, l’Arcangelo Gabriele,  San Domenico.

Molti frammenti di affreschi sono sparsi ovunque e testimoniano come l’ edificio era ricco di affreschi votivi. Nella piccola abside si può scorgere un frammento di affresco che mostra un arto inferiore trafitto da una freccia sicuramente un San Sebastiano presente in tutte le chiese della Valnerina, al quale si ricorreva per allontanare epidemie e pestilenze insieme a San Rocco. Dipinti tutti attribuibili ad artisti umbri della fine del XV e prima metà del XVI secolo,  alcuni, per stile si possono avvicinare a quelli presenti nella chiesetta diruta di San Nicola. Tra storia leggenda e devozione sembrerebbe che il Santuario sia stato edificato su segnalazione di una fanciulla del luogo sul  punto dove appari’ Santa Lucia sopra una pianta di quercia. I più anziani ricordano che qui, fino, agli anni sessanta si svolgevano, in occasione della festa il  13 dicembre  lunghe processioni anche di fedeli provenienti al di fuori del territorio. Ma purtroppo – conclude – l’edificio, a causa di smottamenti del terreno e infiltrazioni di acqua (anni ’70) dal pavimento, fu, con il passate del tempo abbandonato, e chiuso al culto. Con il tempo, depredato di tutto, compresi ex voto, suppellettili e opere d’arte. Peccato.

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