CITTA’ DI CASTELLO – È un’arte senza confini quella che parte da Città di Castello con ‘TazzinArt’: un progetto nato con l’obiettivo di valorizzare la produzione artistica in ceramica dell’area del tifernate. Ed è proprio la ceramica a essere protagonista di questa avventura artistica, una pratica che da millenni accomuna gli uomini in diverse parti del mondo.
‘TazzinArt’ ha raccolto le creazioni di artisti e ceramisti del territorio che hanno voluto dare la propria versione di un oggetto simbolo della cultura italiana: la tazzina da caffè. Non solo un oggetto di uso quotidiano ma un veicolo di relazione e comunicazione con l’altro. Grazie a Monica Monaia, artista italiana residente a Cape Town, l’iniziativa è stata allargata ad altri contesti, usando la tazzina come elemento per costruire legami tra gli artisti di Città di Castello e altre realtà, apparentemente distanti, come il Sud Africa.
Monica Monaia, artista che si divide tra Città di Castello e Cape Town, ha raccontato ai microfoni di Vivo Umbria l’emozione di aver portato il progetto in Sud Africa:
“Non si trattava solo di mettere in mostra la ceramica ma anche di creare un vero e proprio ponte con il Sudafrica dove c’è una eclettica e vibrante comunità di ceramisti. L’idea è stata accolta con entusiasmo dalla Società Dante Aligheri, dal Consolato d’Italia a Cape Town e dalla Camera di Commercio Italo Sudafricana. Abbiamo anche avuto l’opportunità di collaborare con il ‘Naledi Pottery Project’, uno studio di ceramica che si trova in una delle prime township (aree urbane fondata nel 1923 come luogo di segregazione per la popolazione nera, ndr). È un luogo con una storia molto forte e i ceramisti hanno creato a loro volta delle tazzine usando il loro linguaggio artistico; questo ci ha dato l’occasione di dare visibilità a chi spesso è invisibile. Grazie a TazzinArt, abbiamo dato una voce a chi ha storie da raccontare attraverso l’arte.
Questo concetto di ponte artistico va oltre una semplice mostra, è un’opportunità per far dialogare culture diverse e creare connessioni tra artisti e comunità. La ceramica è un linguaggio universale che attraversa confini e culture e ci sembrava perfetto per promuovere la conoscenza reciproca. Abbiamo colto l’occasione della settimana della cucina italiana nel mondo per riproporre TazzinArt coinvolgendo tre dei migliori ristoranti italiani di Cape Town, ‘Villa 47’, ‘Scala’ e ‘Carne’ che hanno aderito all’iniziativa esponendole nei loro locali dal 16 al 22 novembre, unendo l’arte della ceramica alla tradizione culinaria italiana. Dal 23 al 24 novembre le tazzine saranno esposte al Festival “Italy in Town” un altro evento importante dove continueremo a promuovere il dialogo tra due culture.
Il nostro auspicio è che questa mostra sia l’inizio di una serie di scambi artistici tra Italia e Sudafrica, vogliamo creare occasioni di crescita, di ispirazione e condivisione e speriamo che questo progetto possa aprire la porta a nuove collaborazioni future dando visibilità a storie e talenti che meritano di essere conosciuti”.
Un progetto dunque, che va oltre l’arte, guardando alla società e mettendo a confronto due culture (per ora), con l’ambizione di diventare un progetto itinerante.
Abbiamo chiesto anche allo storico dell’arte Lorenzo Fiorucci, ormai punto di riferimento per le iniziative artistiche di Città di Castello e non solo, com’è nata l’idea di un progetto che mettesse al centro un oggetto di uso quotidiano:
“Sicuramente una tazzina non è solo una tazzina. In questo caso, TazzinArt è composto da pezzi unici realizzati dagli artisti locali, ceramisti e non solo. Le tazzine sono microsculture, trasportabili ovunque e con un valore simbolico molto forte, quello della base di una relazione con il prossimo.
È un simbolo artistico ma anche di relazione e possibilità di dialogo. Davanti a un buon caffè possono nascere sogni e ambizioni, occasioni e avventure mai immaginate prima. Davanti a una tazzina, c’è uno spazio vuoto da riempire insieme all’altro, con il quale si può strutturare un dialogo, un qualcosa di cui oggi c’è veramente bisogno”.
Il progetto vuole portare avanti anche l’idea che prendersi del tempo sia una pratica fondamentale al giorno d’oggi. Non sempre questo avviene, per la vita frenetica che viviamo oggi. Ma è importante riscoprire i momenti di vita lenta che ci offrono quel qualcosa in più che è l’occasione di dialogo con l’altro e d’instaurare una relazione. Grazie all’arte e alle connessioni tra artisti nel mondo, abbiamo davvero trovato un mezzo di divulgazione che veicola Città di Castello al di fuori dei propri confini”.
Artisti coinvolti nel progetto: Luca Baldelli, Simona Baldelli, Isabella Bianchi Michael, Cristina Biccheri, Fanette Cardinali, Flavia Eleonora Colacicchi, Andrea Lensi, Monica Monaia, Nello Pierangeli e Giampaolo Tomassetti. Accanto a loro una rappresentanza di ceramica sud africana, realizzata nella Naledi pottery project di Langa, la più antica Township di Cape Town, da Sibusiso Meji, Thuliswa Canca e Funiswa.