SPOLETO – Una chiesa spoglia, completamente bianca; sul presbiterio una pedana circolare sul quale combattono due guerrieri. In una lotta senza bandiere e senza identità, i protagonisti sono uguali e indossano la stessa uniforme, passamontagna nero e pantalone mimetico; solo la sottile maglia di tulle lascia spazio alla sensualità dei corpi e ci fa capire che si tratta di un uomo e di una donna: si cercano, si feriscono, sono legati l’uno all’altra dall’inizio alla fine, in un percorso di continui incontri e separazioni. È Il combattimento di Tancredi e Clorinda, madrigale di Monteverdi composto nel 1624, sui versi del capolavoro poetico di Torquato Tasso Gerusalemme liberata: i due capisaldi della cultura italiana incontrano la danza contemporanea, in uno spettacolo realizzato, per la prima nazionale, giovedì 12 settembre alla Chiesa di Sant’Agata a Spoleto.
Il combattimento di Tancredi e Clorinda è una produzione di Aterballetto, promossa e finanziata dal Ministero della Cultura, in collaborazione con la Direzione Generale Musei che ha messo a disposizione la chiesa adiacente al Museo Archeologico Nazionale di Spoleto e le altre sedi che saranno toccate dal tour. Inserita nel “progetto di danza e musica dal vivo per la valorizzazione del patrimonio culturale italiano”, la performance, in cui si intrecciano i diversi piani artistici ̶ musica, poesia, teatro e danza ̶ ha arricchito lo spazio museale con una versione contemporanea e universale di un lavoro concepito nel clima della Controriforma. La lettura dell’opera, affidata al regista Fabio Cherstich e al coreografo Philippe Kratz, da un lato riprende il topos letterario del dualismo eros e thanatos ̶ forze, qui, egualmente potenti che creano una lotta perfettamente equilibrata ̶ e, dall’altro, supera il tema del conflitto religioso tra il cristiano Tancredi e la musulmana Clorinda, allargando l’orizzonte ad una visione generale dell’umanità in lotta con se stessa.
Per la premiere, sostenuto al clavicembalo da Deniel Perer, si è esibito il tenore Matteo Straffi: a lui l’arduo compito di interpretare da solo le tre voci previste da Monteverdi (il narratore, Tancredi e Clorinda), tre punti di vista di una stessa vicenda (o forse tre visioni di un’unica persona) a sottolineare l’uguaglianza degli uomini di fronte a un destino già scritto, in una guerra in cui non esiste un vincitore e si finisce tutti inesorabilmente sconfitti. Forte e incisiva l’espressività degli eccellenti danzatori Gador Lago Benito e Alberto Terribile. Il combattimento di Tancredi e Clorinda, da storia d’amore e di morte consumata durante la prima crociata, con Kratz e Cherstich diventa metafora del conflitto dell’uomo contemporaneo con se stesso e con gli altri, in uno spettacolo di 25 minuti che colpisce e rimane impresso nella mente per potenza espressiva e intensità drammatica.