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L’Omo Nero sulle tracce degli Etruschi in Anatolia con la sua moto Bucefalo

PERUGIA Alla ricerca delle origini degli Etruschi, tra Lidi, Frigi e Ittiti. Ecco l’ultima impresa dell’avvocato perugino e avventuriero Francesco Loreti che, a giugno 2024, è partito alla volta dell’Anatolia. Una passione speciale quella che lo accompagna nei suoi viaggi, densi di ricerca e amore per il sapere.

 

Gli Etruschi, una delle civiltà più affascinanti e misteriose dell’antichità, fiorirono e si svilupparono nell’Italia centrale tra il IX e il I secolo a.C., stabilendosi in una regione conosciuta come Etruria, che corrisponde oggi all’odierna Toscana, Umbria e parte del Lazio. Le loro origini precise sono ancora oggetto di dibattito: alcuni studiosi ritengono che fossero autoctoni, mentre altri suggeriscono che fossero immigrati provenienti dall’Anatolia o dall’area egea.

 

 

Ai microfoni di Vivoumbria, Loreti ha raccontato cosa lo ha spinto a intraprendere il viaggio in Anatolia, per approfondire le origini di coloro che abitarono la nostra regione.

 

“Sono un appassionato di storia locale e storia delle religioni e queste passioni guidano da sempre i miei viaggi. Questa volta ho voluto approfondire la provenienza degli Etruschi: una popolazione sulla quale ci sono ancora molte domande e misteri. Tutti si chiedono da dove venissero gli Etruschi, stanziati nell’area dell’Italia diciamo centrale che di fatto ora comprende anche la nostra Umbria.

 

Ci sono molte tesi al riguardo ma quella più accreditata li vede come popolazione autoctona. Per studiarne la provenienza e approfondire il loro collegamento con altri popoli quali gli Ittiti, sono partito da uno scritto di Erodoto che faceva risalire la provenienza degli Etruschi ai Lidi, che occupavano la Lidia, ovvero la parte occidentale della Turchia. Quello che mi interessava approfondire con la mia era il collegamento degli Etruschi con i Lidi e i Frigi, popoli‘ figli’ degli Ittiti e tutti stanziati in quell’area per la quale sono partito con la mia moto”.

 

Perché, secondo i tuoi approfondimenti, il collegamento tra questi popoli è verosimile?

 

“Durante i miei viaggi e visite a musei, ho trovato degli elementi che confermavano la tesi di Erodoto: ad esempio, gli Etruschi erano maestri nell’arte dell’aruspicismo, studiavano il fegato degli animali e facevano le loro valutazioni sul presente e sul futuro. Era un’arte. Questo mi ha colpito molto perché quest’inverno sono andato in Inghilterra e durante la visita al British Museum, ho visto moltissimi reperti provenienti dall’Anatolia tra cui proprio un fegato in terracotta dei babilonesi, popolazione stanziata nell’area geografica molto vicina a quella ittita. Il fegato conservato nel museo era poi molto simile a un fegato etrusco conservato a Piacenza, in bronzo.  Questo è stato un primo elemento che mi ha fatto riflettere; ma sono tanti i punti in comune tra questi popoli.

 

Un altro elemento che rende possibile il collegamento poi, è conservato al Museo Archeologico di Perugia, ed è un elmo frigio. I Frigi erano stanziati proprio nella stessa area degli Ittiti e molti bronzi simili si trovano anche nel museo di Ankara. Insomma, sono andato alla ricerca di tanti punti in comune tra queste popolazioni; non ultimo l’uso di chimere come la Sfinge. Anche se in diverse forme e sembianze, gli Etruschi utilizzavano anch’essi la Sfinge, derivante a sua volta dalla cultura greca. La famosa Sfinge di Delfi è del tutto identica ad una Sfinge ritrovata a Chiusi e conservata al museo archeologico della città, datata, risalente al VI secolo a.C.”.

 

 

Gli Etruschi rimangono ancora oggi una civiltà le cui ombre si allungano nel tempo, raccontando storie di grandezza e mistero. Ogni nuova scoperta archeologica aggiunge un pezzo al mosaico della loro esistenza, rendendo sempre più vivido il quadro di un popolo che, con la sua cultura e le sue tradizioni, ha arricchito il patrimonio dell’umanità.

Un ringraziamento speciale a Francesco Loreti, che grazie ai suoi viaggi fa scoprire ai lettori di Vivoumbria sempre qualcosa di nuovo. Salire in sella e ricercare, approfondire collegamenti e trovarne di nuovi, rappresenta un modus vivendi unico. Attendiamo il prossimo viaggio di Francesco per scoprire mondi lontani e fare un salto nella storia misteriosa di popoli antichi.

 

 

 

 

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