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A Foligno la mostra di Pierpaolo Ramotto Politi “Divino femminino, io sono Beatrice che ti faccio andare”

FOLIGNO – Giovedì 9 maggio a Foligno inaugura “Divino femminino, io sono Beatrice che ti faccio andare” di Pierpaolo Ramotto, all’Art Gallery di Giovanni Remoli in Via XX Settembre visitabile fino al 19 maggio.

LA MOSTRA

“La mostra – si legge nella presentazione – riattiva l’ancestrale tradizione del Femminino sacro, custode della scintilla divina, che da Lilith in avanti, ha ispirato poliedrici modelli di femminilità. L’artista, dedito alla figura e alla portata mitologica che la avvolge, ascetica e sensuale al tempo stesso, sceglie di raggruppare un corpus che spazia da disegni ad opere digitali, tale da restituire un immaginario, quello dantesco, appartenente ad una realtà storica che presenta severe restrizioni alla libertà della donna. Una cultura misogina, quella medievale, in cui fioriscono senz’altro personalità emblematiche; da Ildegarda di Bingen a Matilde di Canossa, emergono nitidi profili di donne emancipate, studiose, potenti, a corredare un secolo ambiguo che pone il paradigma femminile dinanzi a un bivio. La visione religiosa medievale prospetta alle donne due modelli: Eva e Maria; da una parte il varco che conduce a Satana, dall’altra la via d’accesso alla grazia divina, certamente inarrivabile. Il subentrare della letteratura cavalleresca laica apre un varco; la donna, sublime, incarna quelle virtù cortesi che nobilitano l’animo umano. In questo trapasso si inserisce la poetica stilnovista di Dante e l’ascendenza teologica che ne deriva, che subisce un ulteriore svolgimento nella Commedia; Beatrice da inerme destinataria dell’amore del poeta, agisce, anch’essa mossa da sentimento: ‘Amor mi mosse, che mi fa parlare’. Gli epiteti che narrano la Beatrice di Dante, volgono ad elevare la bellezza femminile a bellezza divina, tradotta in fede e rivelazione della Verità, ma pur sempre donna vera e reale. Beatrice – prosegue la nota di presentazione – è tanto evanescente sulla terra quanto corporea in cielo; suggella l’incontro di Dante con l’eros, avviando quel viaggio che tenderà ad agape, l’amore spirituale, disinteressato, salvifico. Il divino femminino proietta la scala che protende all’altissimo, in virtù dell’intercessione di Beatrice: ‘Io sono Beatrice che ti faccio andare’; dal corpo dell’amata sulla terra, attraverso la sua trasfigurazione, il poeta sale di piano in piano, favorendo i dettami dell’amore terreno, ascende all’Empireo. Il divino femminino è quindi una forza tesa a varcare i confini dell’umano, tensione spirituale dell’anima, processo di conoscenza superiore, necessariamente femminile”.

L’ARTISTA

Pierpaolo Ramotto Politi nasce da una famiglia riparata in Umbria dopo l’esodo da Lauco (Udine), decimata dalle persecuzioni razziali; discendente dal pittore Odorico Politi e dal libero pensatore Ermenegildo Domenico Ramotto, del quale tragicamente abbiamo perso gli scritti. Studia a Perugia con Giorgio Ascani Nuvolo – ospite nella casa del pittore Gerardo Dottori, nella stessa Accademia che lo vedrà ricoprire la prima cattedra di pittura a soli venticinque anni (seguiranno Venezia, Roma, Firenze, Urbino, Sassari); si sposta successivamente in Germania per frequentare l’Akademie der Bildenden Kunste a Monaco di Baviera, interessandosi di filosofia ermetica e simbologia esoterica; tornato in Italia studia design industriale sotto la guida di Bruno Munari che lo porterà a fondare e dirigere, per oltre vent’anni, il celebre “Studio tre”. La sua propensione per la mitologia farà della figura femminile il suo soggetto prediletto, lasciando ampio spazio all’utilizzo di materiali non canonici quali zafferano, verderame, zolfo, catrame o carbone. Brevetta una nuova e diversa “maniera nera”, si dedica a svariati settori: pittura, ceramica, multimediale, video, sino al più recente impiego nel digitale di un’immagine che riproduce il suo gesto, applicando il calcolo matematico e la numerazione Fibonacci. Stringe in Europa amicizie e sodalizi, condividendo idee e progetti con personalità ragguardevoli quali Sol Lewitt, Enrico Castellani, Vettor Pisani, Piero Dorazio, Bruno D’arcevia, Eliseo Mattiacci, Colombo Manuelli, Bruno Corà, Enrico Crispolti, Antonio Paolucci, Roy Doliner, il centenario incisore Strazza e molti altri. Impegnato in eventi espositivi personali per oltre mezzo secolo, nel 2010 partecipa alla Fiera Internazionale di Pechino e l’anno seguente viene invitato alla 54ma Biennale di Venezia; nel 2021 è chiamato a tenere conferenze in sette università cinesi.

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