Cerca
Close this search box.

La festa a Santa Caterina di Sambucheto e quel dipinto di particolarità storico artistica

FERENTILLOFesta di Santa Caterina d’Alessandria alla frazione di Sambucheto. Sabato 25 novembre, quindi, cerimonie religiose, Santa Messa e Processione con al termine cena sociale.
La singolare chiesa immersa nella antico borghetto è al centro dell’attenzione per la particolarità artistica dove la pietra si sposa con l’arte e la fede locale con la tradizione popolare che l’ha colorita di mistero e suggestione, data dal luogo prossimo alla Abbazia di San Pietro in Valle.
Infatti, a Sambucheto, il rudere del convento di Santa Maria della Consolazione (storia affascinante raccontata dallo Jacobilli) luogo dove si ritirò, visse e morì la duchessa Adelasia moglie di Faroaldo duca longobardo di Spoleto. Una donna che, lasciò gli agi e privilegi del potere per ritirarsi a vita claustrale sull’esempio del marito… (gli storici affermano che i due personaggi si aggrapparono alla fede spinti dalla prepotenza usurpatrice e sanguinaria del figlio Trasimondo). Dell’antico convento con l’annessa chiesa di San Giacomo, ne rimangono solo, come detto, i ruderi. Una parte di esso però e stato restaurato e adibito a civile abitazione. Traccia storica che va a completare un percorso di fede e di arte, in basso, il piccolo nucleo dell’abitato che conserva le sue caratteristiche altomedievali, in prossimità del fiume Nera, e annovera la romanica chiesa tutta realizzata in pietra con facciata a capanna e campaniletto a vela che a noi interessa in modo particolare. Affreschi rinascimentali di Perino Cesarei esprimono la vicenda della strage degli innocenti;  sull’altare una Madonna col Bambino tra Santa Caterina e San Giacomo; in una nicchia il Battesimo del Cristo da parte del Battista nel Giordano; qui, c’è lo stemma araldico della comunità, sul fianco laterale dell’altare: “una pianta di sambuco”.
Se gli affreschi che adornano la chiesa sono del tardo Cinquecento, una esclusività per l’arte è espressa da alcuni frammenti emersi durante gli ultimi restauri effettuati agli inizi degli anni duemila. Affreschi antichissimi che potrebbero avvicinarsi  al periodo del ciclo pittorico presente nella stessa abbazia. Azzardiamo la mano di un allievo del  cosiddetto Maestro della Creazione. Si! perché i volti dei due personaggi raffigurati hanno una analogia con alcuni  apostoli presenti nella scena raffigurante l’ultima cena, o addirittura con altri, espressi nell’entrata di Gesù in Gerusalemme a San Pietro in Valle; possiamo avvicinare il volto del personaggio emerso  con il Cristo seduto in groppa al somarello nella scena dell’affresco citato in abbazia. Tuttavia il dipinto presenta una arcaicità nelle linee, nelle proporzioni, nelle tonalità di colore, prospettiva, elementi particolari non presenti in altre chiese del comprensorio della Valle Suppegna.
Quindi, data l’ importanza degli avvenimenti storici e dei personaggi citati da Lodovico Jacobilli, possiamo riservarci di affermare che i frammentari affreschi emersi a Santa Caterina di Sambucheto potrebbero essere coevi ai dipinti del Nuovo Testamento in abbazia, qui,  molto probabilmente, fu realizzato da un discepolo dell’artista che eseguì le scene dell’antico testamento.
Il silenzio che avvolge tutto l’abitato, ci riconduce a periodi storici di grande suggestione e semplicità dove la vita degli abitanti era scandita con il lavoro dei campi per gli uomini e per le donne quelli domestici, per tutti però la preghiera, le buone azioni che da sempre hanno contraddistinto il carattere delle popolazioni del territorio. Dal proverbio locale riguardo alle “olive” si ricorda: “per Santa Caterina è fatta la bianca e la nera“.

Articoli correlati

Commenti