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Sgarbi, Bandecchi, il patrimonio delle chiese, gli affreschi e le bellezze di San Pietro in Terni

TERNI –  Il professore storico dell’arte Vittorio Sgarbi accompagnato dal sindaco di Terni Stefano Bandecchi, è stato in visita al patrimonio storico artistico presente nelle chiese.  Perché Terni, anche se è etichettata da sempre città dell’acciaio, ne ha tanto da far conoscere e apprezzare. Da tempo, su vivoumbria.it, avevamo espresso questa emergenza culturale.  Ci siamo occupati di molti edifici di culto e non ricchi di opere in esse racchiuse da valorizzare. Ad esempio, visitando le chiese ci si immerge nella conoscenza di opere d’arte distinte in affreschi e tele di autori e artisti noti e meno noti di grande talento. Questa volta in occasione della presenza soprattutto del sottosegretario alla Cultura, Sgarbi,  varchiamo la chiesa Agostiniana di San Pietro affiancata al grandioso palazzotto dei Manassei (una delle famiglie illustri Ternane che beneficiò questa chiesa e amministrò la comunità e castelli vicini).

La curiosità in assoluto sulla quale vogliamo porre l’attenzione, è senza dubbio “l’edicola”, o quello che rimane di essa, posta sul lato sinistro del muro esterno della chiesa che merita attenzione e un sostanziale recupero per bloccare l’avanzato stato di degrado. Dalle tracce di affresco la si può  datare approssimativamente attorno alla fine del XIV primi anni del XV sec.e  dovrebbe raffigurare la Madonna in trono col Bambino. I tratti sono letteralmente abrasi  e irrimediabilmente scomparsi quasi del tutto anche se rimangono vive ancora le tonalità di colore. Sicuramente era un votivo, come è dimostrato da tracce di copertura e, in basso, due superstiti mensole in pietra. Ma andiamo a conoscere, per sommi capi, la chiesa  San Pietro Apostolo che in origine era di dimensioni più piccole. La costruzione si deve al XIV secolo ampliata e completata (1452) a spese, appunto, di Stefano Manassei, dove qui volle essere sepolto. Facciata a capanna, portale maestoso, con fregi e colonne  in pietra dove, nel timpano, un Cristo Redentore benedicente. Interno ad unica navata, mentre l’ abside è poligonale. Campanile a due ordini inferiore medievale, superiore con cella campanaria del XVIII sec. L’edificio subì danni dall’ evento sismico del 1702: il suo interno fu decorato con stucchi barocchi compromettendo gli affreschi. Nel dopoguerra ci fu un radicale restauro: via gli stucchi e recuperati gli affreschi. Affreschi e frammenti preziosissimi e antichissimi che vale la pena di scoprire nel dettaglio, ispirati alla vita di Gesù, storie della Bibbia e dei Santi agostiniani.

Infatti, subito dopo la porta d’ingresso, nella controfacciata, un Sant’Agostino vestito con abiti monastici troneggiante su fondo gotico dal chiaro impulso senese. Segue San Pietro, risalente al 1330; nella terza nicchia una Madonna di scuola senese sovrapposto ad un dipinto quattrocentesco raffigurante la lapidazione di Santo Stefano con ai lati i Santi Pietro e Caterina da Alessandria; del 1350 sono un San Michele, Santa Maria Maddalena mentre, nell’ultima nicchia della navata, Madonna e Santi Agostiniani, in basso San Nicola da Tolentino.

Nella  parete di sinistra  frammenti di decorazioni della fine del 1300 inizi del 1400 tra cui una Crocifissione di San Pietro di influsso senese; bellissimo un San Francesco assai espressivo e ben conservato, un angelo nunziante di influenza benozzesca;  il Transito della Madonna, suggestivo per la sua ampiezza e fattura e’ del 1330 attribuibile alla scuola di Ottaviano Nelli, mentre la figura del Cristo che riceve l’anima della Madre e’ di chiara derivazione Cavalliniana.

Quindi, nomi eccellenti hanno lavorato in questo edificio, assai caro alla comunità ternana, essendo una delle chiese tra le più grandi nel contesto cittadino. Una visita non mancherà di certo, per arricchire il bagaglio culturale di coloro, che in questo periodo, vorranno varcare la soglia del tempio, per seguire le sacre funzioni. Genitori, portateci anche i bambini e ragazzi, fate ammirare anche queste bellezze d’arte, un sorso di cultura non fa mai male.

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