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Il “genio” e il “divin pittore” a confronto: Madonna Benois di Leonardo in mostra alla Galleria Nazionale insieme alle opere del Perugino

Madonna Benois di Leonardo alla Galleria Nazionale dell'Umbria

Affinità elettive e comuni origini che non si sono mai tradotte comunque in vicinanza artistica. I due percorsi sono ben distinti. Eppure questa divergenza evidente negli esiti delle loro opere non esclude il confronto, quanto mai opportuno e valido. “Due giovin par d’etate e par d’amori / Leonardo da Vinci e ‘l Perusino / Pier della Pieve ch’è un divin pittore”: sono i versi con i quali Giovanni Santi nelle sue Cronache Rimate del 1482 ricorda infatti il profondo rapporto che legò due artisti, Leonardo da Vinci e Pietro Vannucci, mentre lavoravano insieme come giovani apprendisti nella bottega fiorentina del Verrocchio, “frequentazione” di cui si possono cogliere tracce in alcune opere proprio del Perugino. Lo ricorda pure Giorgio Vasari in quella bibbia per molti storici e critici dell’arte che è “Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori ed architetti”: quando parla di Lorenzo Credi ricorda come avesse “per compagni e per amici, sebbene erano concorrenti, Pietro Perugino e Lionardo da Vinci”.
Si basa su questa ragione scientifica la mostra perugina che vede al centro la Madonna Benois, uno dei capolavori giovanili di Leonardo da Vinci, alla Galleria Nazionale dell’Umbria. Un interessante “confronto iconografico tra la Madonna davinciana e le opere del Perugino, eseguite al suo rientro in Umbria da Firenze, e conservate nella Galleria nazionale”, come ha ricordato il direttore del museo Marco Pierini durante l’inaugurazione. Taglio del nastro che si è svolto anche alla presenza, tra gli altri, di Irina Artemieva, vicedirettrice dell’Ermitage di San Pietroburgo e Maurizio Cecconi, amministratore delegato di Villaggio Globale International che ha collaborato alla realizzazione della mostra.

Direttamente da Fabriano (Ancona), dove è stata in esposizione alla Pinacoteca comunale nel mese di giugno registrando oltre 12.300 visitatori, la Madonna Benois è arrivata a Perugia dove è in esposizione per un mese. Anche il capoluogo umbro quindi, dal 4 luglio al 4 agosto, è teatro di questo straordinario appuntamento d’arte e di un prestito eccezionale visto che l’opera è conservata all’Ermitage di San Pietroburgo ed è tornata quindi in Italia dopo 35 anni dalla sua unica esposizione e in occasione delle celebrazioni del cinquecentenario leonardiano.
La Madonna Benois, icona conosciuta nel mondo, è un’opera chiave del giovane genio fiorentino. Dipinta con ogni probabilità tra il 1478 e il 1480, segna la sua indipendenza dallo stile e dalla formazione di Verrocchio, nella cui bottega il maestro era entrato circa 10 anni prima: un manifesto di quella “maniera moderna” di cui l’artista fu iniziatore. Al suo secondo impegno su uno dei temi religiosi più diffusi, all’età di ventisei anni, l’artista rompe con la tradizione e inventa una nuova figura di Maria: non più l’imperturbabile Regina dei cieli, ma una semplice madre che gioca con il proprio figlio.


La mostra – secondo quanto sottolineato da Pierini e Artemieva – rinsalda il legame già in essere tra la Galleria Nazionale dell’Umbria e il Museo Ermitage di San Pietroburgo: ‘La lavandaia’, capolavoro di Jean Siméon Chardin dell’Ermitage è stata esposta alla mostra della Galleria dedicata alle ‘Bolle di sapone’; lo scorso dicembre ‘L’Annunciazione della Vergine Maria’ di Piero della Francesca, cimasa del Polittico di Sant’Antonio, era stata eccezionalmente prestata dalla Galleria perugina al museo russo, che ora ha quindi scelto di celebrare il genio del grande artista toscano proprio nel suo paese natale. La Madonna Benois, come ha infine osservato Artemieva, entrò nelle collezioni dell’Ermitage nel 1914, venduta da Marija Aleksandrovna Benois, che la aveva ereditata dal nonno paterno, mercante in Astrachan, a un prezzo inferiore a quello di mercato, “purché rimanesse in Russia”. Non è nota la storia del dipinto prima dell’Ottocento, ma appena fu esposta per la prima volta nel 1908, quasi tutti gli storici dell’arte del tempo la assegnarono a Leonardo da Vinci, attribuzione che oggi risulta molto solida e affermata pressoché all’unanimità. Per informazioni sulla mostra: www.gallerianazionaledellumbria.it.

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