NARNI – In principio furono le metropoli degli Stati Uniti d’America che, a partire dagli anni Sessanta e poi copiosamente dagli anni Ottanta in poi del secolo scorso, iniziarono a dipingere le pareti dei muri, dei palazzi, delle piazze. PerchĂ©? E per dire cosa?
In alcuni casi per imprimere memoria, destinata a scolorire con la pioggia, attinente alla realtĂ circostante; in altri semplicemente per produrre disegni e colori per abbellire quartieri degradati; in altri ancora per denunciare ingiustizie e rivendicare diritti.
Questi manifesti, a prescindere dalla loro natura e motivazione, impressi su tele di cemento e mattoni ci hanno messo del tempo per essere compresi come forme d’arte. Anche per l’irruzione contemporanea dei graffiti, ovvero di scritte realizzate con bombolette spray, che avevano e hanno una funzione diversa.
Tant’è, il fenomeno a partire dal Duemila è approdato anche in Europa. E, pertanto, in Italia. E dell’Italia è l’Umbria, e in particolare Narni, a voler dare il giusto risalto e spazio adeguato, alla street art. Tre lettere: SAM-Street Art Museum. Facile, no? La data da segnare con l’evidenziatore è: Primo Maggio 2023 dalle ore ore 11 alle ore 20 senza stop.
SPAZIO BANSKY
I primati, in questi casi, hanno un senso. E allora è giusto rimarcare che sarà il primo museo di questo tipo in Italia e il primo al mondo ad ospitare una collezione permanente di opere di Banksy che aprirà , in questo caso il 21 maggio, sempre di quest’anno. Si tratta di trenta pezzi, tra cui la celebre “Girl with Balloon”, la “Monna Lisa del XXI secolo” e il “Flower Thrower”, l’iconico lanciatore di fiori, moderno David che veglia sulla Res Publica.
Oltre ad ospitare il più popolare artista del nostro tempo di street art, la collezione permanente del museo custodirà opere e materiali delle più importanti figure dell’arte urbana nazionale e internazionale, tra cui Haring, Basquiat, Blu, Vhils, Obey, Seth, Kaws, C215, Invader, Sten & Lex, Ozmo e molti altri.
LE ALTRE STORIE
A ciò si aggiunge l’intreccio di artisti che sono portatori di storie e contesti differenti, secondo una prospettiva che orienta la visione critica sulla direttrice della città e dei suoi muri, come grammatica pubblica di forte presa politica, sociale e culturale. Tra i nomi in collezione troviamo Giacomo Balla, Tullio Crali, Giulio Turcato, Mario Schifano, Gastone Novelli, Mimmo Rotella, Gianfranco Baruchello.
Una collezione permanente che nelle intenzioni si amplierà nel tempo attraverso nuove acquisizioni, con attenzione alle più giovani produzioni artistiche nazionali. L’apertura del nuovo spazio dedicato all’arte e ai percorsi artistici urbani, prende il via dall’accordo tra Narni Art e Antonelli & Marziani Cultural Consulting che, all’interno dell’imponente fortezza del XIV secolo, daranno luce alle espressioni urbane utili a far crescere un nuovo e contemporaneo polo culturale pubblico all’interno del territorio.
PERCHE’ IL SAM
“Un luogo dal respiro internazionale – è stato spiegato da coloro che hanno dato vita al museo Gianluca Marziani e Stefano Antonelli – . Uno spazio ad elevato potenziale di coinvolgimento territoriale e infine, dotato di una grande forza attrattiva per un pubblico trasversale e sempre piĂą eterogeneo. Gli spazi della rocca conserveranno nel tempo una collezione permanente di opere, documenti e materiali unici, proseguendo in una continua ricerca di collezioni, catalogazioni e conservazioni di opere prodotte on street, dalle interpretazioni di manufatti agli artefatti, materiali e immateriali.[TESTO] Lo statuto urbano dell’arte – spiegano Marziani e Antonelli – è un piano sconosciuto e poco indagato il cui output a noi piĂą familiare è la street art. Non esiste una disciplina che indaghi i fenomeni culturali legati alla condizione urbana, che ci indichi a cosa rimandi questo urbano, non esiste neanche un urbanismo artistico. Eppure la cittĂ moderna è stata fonte, teatro, materia e linguaggio stesso dell’arte. Per gli europei è evidente il riferimento al termine latino urbs, anche se molte interpretazioni limitano quest’ascendenza alla urban culture americana”.
Un aspetto importante da sottolineare è che il museo sarà accessibile e inclusivo, e darà importanza al concetto più ampio di sostenibilità . Questo perché si è dotato di un vero e proprio statuto etico con cui sostenere la partecipazione delle comunità , offrendo un repertorio diversificato di esperienze per l’educazione, la formazione, la contemplazione, il coinvolgimento, la riflessione e la condivisione di conoscenze.
ENTRANDO AL SAM
Ingresso virtuale, in attesa dell’apertura ufficiale, nel museo. Al primo piano troviamo la collezione permanente, con due gallerie al piano terra che affacciano sulla corte del castello, dove saranno ospitate le mostre temporanee. Le torri della rocca ospiteranno il centro studi, i progetti speciali e i laboratori, zone sperimentali che saranno seguite da una grande ala distaccata del castello, che ospiterĂ un progetto sull’arte urbana italiana. Ruolo importante a cui spetta l’accoglienza degli avventori in prima battuta, lo giocheranno gli spazi esterni dei giardini, che ospiteranno una serie di interventi scultorei e installativi. Ad accogliere il pubblico nella corte centrale della fortezza ci saranno il bar, il ristorante e un bookshop, che farĂ anche da collegamento tra le due gallerie per le mostre temporanee.