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Tesori d’arte patrimonio condiviso di Foligno con la donazione di Banca Intesa a favore della Fondazione Carifol

FOLIGNOVenticinque opere d’arte che diventano patrimonio condiviso della città, con una prospettiva che allontana ogni potenziale rischio di allontanamento dal territorio. E’ questo il primo risultato che assicura l’atto di donazione sottoscritto da Intesa Sanpaolo in favore della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno.
Obiettivo raggiunto nel pieno rispetto della mission dell’istituzione no profit con finalità filantropiche, che ha tra i propri settori d’intervento anche arte, cultura ed ambiente, oltre che educazione, istruzione, volontariato, filantropia, beneficenza, salute, medicina e sviluppo locale. Un ampio spettro di competenze che ne fanno un soggetto di riferimento nel territorio folignate. Lo sa bene il neo presidente della Fondazione Carifol, Umberto Nazzareno Tonti, presidente dell’Oma, una delle industrie fiore all’occhiello della regione, espressione anche di Umbria Aerospace Cluster, nato come distretto della “meccanica fine” ed ora riposizionatosi in “sistemi complessi integrati meccanici ed elettromeccanici” che contraddistingue il cuore d’Italia nello scenario aerospaziale internazionale.

Il presidente della Fondazione Carifol, Umberto Nazzareno Tonti
Il presidente della Fondazione Carifol, Umberto Nazzareno Tonti

La presentazione della donazione di Banca Intesa alla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno

Palazzo Cattani sede della Fondazione Carifol
Palazzo Cattani sede della Fondazione Carifol

“Il settore più importante nel quale andiamo ad operare – ci spiega Tonti – è proprio quello ‘Arte e Cultura’, per il quale dobbiamo valorizzare due elementi: la fruibilità di opere realizzate da artisti in momenti storici che hanno segnato il percorso delle varie comunità; e poi quello intangibile di riuscire a stimolare nel cittadino la necessità di acculturamento, per esercitare liberamente la propria presenza senza il rischio di essere oggetto di massificazione: identificare le nostre radici e meglio comprendere quello che sta accadendo oggi”.
In questo contesto che è maturato l’accordo con Intesa Sanpaolo. Un passo indietro: il 30 luglio 1990 con la legge Amato sono nate le Fondazioni di origine bancaria nel contesto della privatizzazione delle banche italiane che fino a quel momento erano sotto il controllo pubblico. La Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno ha iniziato così la sua attività nel luglio del 1992. In coerenza con la mission istituzionale, è stato quindi da tempo avviato un graduale percorso di acquisizione, tutela e valorizzazione di opere d’arte con l’obiettivo di renderle fruibili al territorio di riferimento e alla sua comunità. A testimoniare la costanza di questo percorso decennale, c’è ora l’atto di donazione in favore della Fondazione Carifol delle venticinque opere d’arte già di proprietà della Cassa di Risparmio di Foligno e successivamente confluite nel patrimonio immobiliare di Intesa Sanpaolo: dipinti, sculture ed arazzi di diverse epoche storiche, alcuni dei quali sono già esposti nella Pinacoteca comunale di Palazzo Trinci. Per altre opere deve essere individuata una l’ubicazione; l’operazione sarà completata con un evento e la realizzazione di un catalogo dedicato anche ai personaggi che nella Fondazione si sono resi parte attiva per concretizzare questo risultato.
Palazzo Trinci, uno scorcio della Pinacoteca Comunale
Palazzo Trinci, uno scorcio della Pinacoteca Comunale

Per Umberto Nazzareno Tonti (al cui fianco nel prossimo quadriennio siedono in Consiglio di amministrazione Giovanna Carnevali, Sergio Gentili, Annamaria Menichelli e Paolo Trenta) un obiettivo centrato importante. Anzi, gli chiediamo: quale impulso intende dare alla Fondazione a fronte della sua esperienza di imprenditore? “Una continuità di capacità di sintesi della lettura della spinta al cambiamento che sta contraddistinguendo il tessuto sociale nel quale siamo tutti coinvolti ci dice – e dunque favorire progetti e progettualità, indipendenti da contestualizzazioni di tipo politico, che tendano a combattere il disagio e favorire il rebranding della nostra collettività. Dobbiamo renderci ‘concorrenti’ in modo intelligente a quelli che sono i riferimenti di più facile fruibilità: dovremmo fungere da influencer, portare con noi dei followers acquisendo più likes possibili, dando ovviamente a questi tre termini valore e consistenza che vanno oltre il semplice apparire”.

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