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Magione al centro del progetto “Abitare i margini, oggi. Etnografie di paesi in Italia”  

MAGIONE  – Studiosi, insegnanti, rappresentanti delle associazioni locali e imprenditoriali hanno partecipato all’incontro che si è tenuto a Magione con docenti e ricercatori dell’Università degli Studi di Perugia per la presentazione del progetto di ricerca etnografica “Abitare i margini, oggi. Etnografie di paesi in Italia” che vede Magione tra le sedici realtà scelte in tutta Italia dall’unità di ricerca di cui fanno parte, insieme all’ateneo di Perugia, quelli di Torino, Siena, Roma e della Basilicata. Lo studio si prefigge di analizzare i diversi aspetti sociali dei paesi presi in considerazione, realtà abitative tra i 300 e i 16mila abitanti, per analizzarne la condizione presente al fine di prevederne o indirizzarne lo sviluppo futuro.

“Il vasto campo di ricerca – ha spiegato Daniele Parbuono dell’Università degli Studi di Perugia e coordinatore dell’intero progetto, di cui l’ateneo umbro è capofila – vede tra i punti focali lo studio di tradizioni e personaggi legati alla religiosità e l’influenza della presenza del lago Trasimeno nella vita di queste comunità. Due aspetti che hanno favorito la scelta del Comune di Magione tra quelli da prendere in esame per la ricerca che intendiamo portare avanti con la collaborazione di tutti. Per quello che riguarda il lago e la pesca, Magione vanta una notevole bibliografia, oltre che un Museo, frutto dei tanti studi che sono stati condotti in questo territorio. Si ricordano in particolare i lavori dei professori Giovanni Moretti e Alessandro Alimenti. Per l’aspetto legato alla religiosità troviamo un personaggio come Fra Giovanni da Pian di Carpine che sarà centrale negli studi, che verranno condotti anche grazie alla presenza nell’unità di ricerca della docente di sinologia Ester Bianchi e della ricercatrice Raissa De Gruttola che lavoreranno su questo specifico ambito.”

Sottolineato dall’assessore alla cultura del Comune di Magione, Vanni Ruggeri, il valore della ricerca “che – ha affermato – ambisce a fornire un nuovo modello interpretativo valido a livello nazionale relativo a percezioni, concezioni e pratiche dell’abitare contemporaneo. A partire dalle reti di socialità, dalle modalità di relazione intergenerazionale, dalle pratiche di costruzione di significati e di identità, dai processi di patrimonializzazione culturale collettiva il nostro territorio sarà al centro di una vasta indagine sul campo a carattere comparativo che, oltre alla restituzione pubblica dei risultati sul piano accademico e scientifico, non mancherà di fornire strumenti interpretativi e quadri strategici in grado di incidere concretamente su progettualità e programmazione amministrativa”.

Molti gli spunti forniti dai presenti sugli indirizzi di ricerca focalizzatesi, in particolare, sui cambiamenti ambientali e il loro influsso sulle popolazioni residenti; il rapporto tra il centro e le frazioni, l’approfondimento di ricerche su istituti e tradizioni che fanno parte della storia del territorio; la ricaduta delle stesse sulla promozione del territorio anche a fini turistici.

Intervenuti anche il docente Massimiliano Minelli e la ricercatrice Elisa Rondini dello stesso ateneo perugino.

 

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