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Intervista a Francesco Federico Mancini: Perugino, il digitale e le nuove frontiere per studi e mostre impossibili

PERUGIA – E’ dunque il Perugino, in occasione del cinquecentenario della sua morte, a dare la stura al portale Grandi eventi della Regione Umbria. Coordinatore e punto di riferimento scientifico è Francesco Federico Mancini, ordinario di Storia dell’Arte Moderna all’Università degli Studi di Perugia.  In questa intervista ci spiega le perculiarità e potenzialità dell’iniziativa portandoci dentro … al portale.

Il professor Francesco Federico Mancini

Professor Mancini, nuove celebrazioni per il Perugino… 

“Quando, diciotto anni fa, si allestirono a Perugia e in molti altri centri del territorio eventi dedicati all’artista e agli influssi da lui esercitati sul territorio umbro, ma non solo, si accese un forte interesse intorno all’argomento e la grande mostra di Palazzo dei Priori  registrò un successo di vastissima portata inaugurando una felice stagione di manifestazioni espositive che riguardarono, a seguire, Pintoricchio, Signorelli, Piermatteo d’Amelia”.

Molte cose sono state già viste e dette, dunque cosa accadrà di nuovo, cosa si potrà aggiungere in questa ricorrenza del cinquecentenario? 

“In due decenni le cose possono cambiare, anche significativamente; gli studi sono in continua evoluzione, la percezione dell’artista può cambiare. E poi non si aveva allora la possibilità di utilizzare la tecnologia digitale che oggi costituisce un validissimo aiuto”.

In che senso? Il digitale non può certo sostituire gli originali…

“Vero, ma ci dobbiamo adeguare ai tempi. Fermo restando che nessuna riproduzione, per puntuale e fedele che sia, può essere considerata sostitutiva dell’originale, ci sono una serie di considerazioni da fare. Innanzitutto la crescente difficoltà nel movimentare le opere in una situazione di incertezza e difficoltà quale è quella che stiamo attraversando. In secondo luogo i costi assicurativi, divenuti in taluni casi proibitivi. Da ultimo la straordinaria evoluzione che da un punto di vista tecnologico ha conosciuto la digitalizzazione come strumento di lettura dettagliata e profonda delle opere d’arte. A volte ci si sorprende di quanto sia alto il livello di perfezione raggiunto. In taluni casi si può entrare così a fondo nella comprensione di un prodotto artistico da rimanere assolutamente sopresi. C’ è poi una ulteriore riflessione da fare. Grazie al digitale, si possono progettare iniziative che altrimenti non avremmo potuto nemmeno immaginare”.

Può spiegare meglio questo aspetto relativo alle peculiarità del digitale applicato all’arte?

“A Città della Pieve, per esempio, è stata progettata una mostra intitolata ‘Perugino impossibile’. Perché questo titolo? Perché in Palazzo Della Corgna, l’edificio più rappresentativo del centro storico, splendida architettura di Galeazzo Alessi, abbiamo pensato di allestire un’esposizione virtuale fatta di dodici opere che fisicamente non potrebbero mai stare insieme trattandosi di lavori realizzati su muro e  dunque inamovibili. Le dodici opere prescelte illustrano, per punti salienti, l’intero arco produttivo del Vannucci. Si parte con l’affresco di Cerqueto, dove l’artista è ancora influenzato dal Verrocchio, suo maestro, e si giunge, passando attraverso le opere romane e fiorentine, che a lui daranno grande notorietà, agli affreschi del Collegio del Cambio, capolavoro maturo, sorprendente per perfezione disegnativa, e alle opere della tarda maturità, come l’Adorazione dei Magi di Trevi, di grande intensità poetica”.

Dunque, inediti percorsi che si affiancheranno ai tradizionali metodi di studio e valorizzazione delle opere…

“Sì, è proprio così. Il digitale non sarà sostitutivo, ma complementare alle molte iniziative che verranno messe in campo”.

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