CASTIGLIONE DEL LAGO – Erano le 21:15 circa quando – introdotti dal presidente dell’associazione Trasimeno Prog Massimo Sordi e da Monica Fanicchi – la band di Giorgio “Fico” Piazza ha aperto la prima serata castiglionese, e seconda del festival dopo l’anteprima di Perugia), della terza edizione del Trasimeno Prog Festival eseguendo Appena un po’ dal secondo album di PFM Per un amico. Poco prima lo stesso musicista ha spiegato la filosofia del progetto Per Fare Musica che a distanza di 40 anni circa lo hriportato a calcare la scena (nelle foto che seguono di Francesco Renne, alcuni momenti del concerto).
Attraverso i brani dei primi due album della band milanese – Storia di un minuto ed appunto Per un amico – ha inteso tramandare quelle note mettendo in piedi per farlo una giovane band destinata a porterà avanti il progetto.
Visti qualche anno c’è da dire che la band è notevolmente più coesa; anche in confronto con la già migliorativa delle esecuzioni nell’album – Autumn shades – uscito nel 2019.
Proseguendo la serata è andata avanti proponendo Generale, Per un amico e Geranio, per poi pescare dall’iconico Storia di un minuto.
Ad aprire questa seconda parte è stata una bella e dilatata versione de La carrozza di Hans, primo 45 giri della band, seguito dal lirico Dove e quando con un bell’impasto vicale.
Si ritorna con Il banchetto all’altro album e si termina con Grazie davvero, Impressioni di settembre e non poteva certo mancare E’ festa.
Nell’annunciare l’ultimo brano il musicista ha sottolineato come all’epoca fosse stata snobbata “Impressioni” che fungeva da lato B del 45 giri de La carrozza di Hans.
Un primo bellissimo concerto coronato da una sfavillante Ginme some lovin’ inserita come bis.
Nel cambio palco un commosso Massimo Sordi ha introdotto il ricordo di due personaggi recentemete sconparsi a cui è stata dedicata quest’edizione del festival, il poeta / scultore Manlio Rondoni ed il grandissimo Vittorio De Scalzi, con la proiezione di due video in loro ricordo.
Il secondo artista che è salito sul palco è stato Richard Sinclair che si è esibito in trio accompagnato da Gianluca Milanese al flauto e da Angelo Losasso alla batteria.
Il simpaticissimo musicista inglese ed i due italiani hanno reso omaggio ad uno tra i più importanti filoni del rock progressivo – quello della scuola di Canterbury – di cui il bassista è stato fautore prima con The Wild Flowers, fondando Caravan, Hatfield and The North e collaborando in alcuni lavori con i Camel, senza parlare della lunga carriera solista.
Sinclair, ormai italiano d’adozione, vive infatti in Puglia da oltre tre lustri, si è esibito per circa 45 minuti (riassunti nelle foto che seguono di Francesco Renne).
Un un paio di brani (What’s rattlin’ e What in the world) dal suo album solista del 1994; Keep on caring, nel repertorio dei Caravan of Dreams, Share it degli Hatfield and The North e tre estratti (Golf girl / In the land of grey and pink e Disassociation), dal seminale In the land of grey and pink, intonando pure a cappella su richiesta di uno spettatore Nine feet underground; un set molto gradevole grazie anche alla bravura di Losasso e Milanese, ottimi interpreti alla batteria ed al flauto.
Finale con gli Odessa, band che ha favorevolmente impressionato gli spettatori – diminuiti in parte dal momento che hanno iniziato intorno a mezzanotte – rappresentando la sorpresa della serata. Il gruppo, che ha al suo attivo tre album – Stazione Getsemani, The final day ed il recente L’alba della civilità uscito per Lizard Records, ha incentrato la performance proprio su questo lavoro.
I circa 75 minuti del concerto di Lorenzo Giovagnoli e soci sono stati molto intensi (foto di Francesco Renne).
Il suono della band, mirabile mix tra prog settantiano, jazz e hard rock, si è esibito per la prima volta live in compagnia di Gianluca Milanese al flauto (presente nel primo e nel terzo album in studio).
Tra quanto eseguito da menzionare l’iniziale titletrack L’alba della civiltà, la splendida ballata Di buio e luce parte 2, Invocazione, Rasoi e la riproposizione di un’inedita versione de L’anno, il posto, ora, brano dei Pooh.
Bella conclusione del set con l’omaggio a Vittorio De Scalzi con l’esecuzione del brano dei New Trolls “Una miniera”.
Oggi intanto è il giorno di “I know what I … lake”, cioè il giorno dedicato ai Genesis.
Nel pomeriggio alle 17:00 appuntamento a Palazzo della Corgna per il piano solo di Francesco Gazzara e per la presenntazione dei libri dello stesso artista romano, di Mino Profumo e dell’ex manager della band Richard Macphail.
In serata alla Rocca Medievale The Progressive Tales e la band milanese The Watch, interprete di livello europeo del repertorio della band inglese del periodo 1970 – 1976; un programma molto ricco.
Foto di copertina: Francesco Renne