SPOLETO – Mostre a Palazzo Collicola di Spoleto in occasione e concomitanza con l’apertura del Festival di Spoleto. Oggi parliamo di quella dedicata a Fabrizio Plessi che fin dagli anni Ottanta, anticipando in maniera sperimentale e pionieristica della scenografia digitale oggi ormai diffusa, ha realizzato numerose scenografie elettroniche per la televisione, il teatro, la danza contemporanea o come spettacoli autonomi, tra cui quelli della trilogia del coreografo e regista Frédéric Flamand The Fall of Icarus (1989), Titanic (1992) ed Ex machina (1994), oltre a Vestire gli ignudi di Pirandello (2010), Romeo e Giulietta di Shakespeare (2006) e Fenix DNA installata presso il Teatro La Fenice di Venezia (2017).
La mostra di Palazzo Collicola, realizzata in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Venezia che nel marzo del 2022 ha esposto per la prima volta le scene elettroniche della trilogia nei Magazzini del Sale, presenta una ricostruzione digitale delle 6 scenografie elettroniche più coinvolgenti e innovative tra le tante realizzate nella carriera di Plessi, attraverso filmati, foto, progetti, disegni e annotazioni dell’artista, che proiettati su altrettante ricostruzioni di monumentali libri di legno e digitali scorrono come pagine di memorie e racconti fantastici.
“Se la trilogia coreografata da Flamand – si legge nella nota stampa di presentazione della mostra – esprime metaforicamente le tensioni, le ansie e le catastrofi della contemporaneità, sempre più dipendente dai media e dalla strumentazione digitale, il teatro di Pirandello (trasmesso sul palco, insieme agli attori, da immagini di monitor) e Shakespeare (con costumi e caschi da alta velocità) è stato rivisitato da Plessi con installazioni sceniche altamente innovative e avveniristiche, innescando suggestioni che ne fanno vere e proprie opere d’arte totale, secondo quell’idea che l’artista ha sperimentato fin dal 1987 con la grande installazione Roma presentata a Documenta di Kassel. È Fenix DNA, un’opera immersiva, dedicata alla rinascita della Fenice, a chiudere idealmente il cerchio, mettendo in scena gli stessi elementi primari e naturali della poetica dell’artista, tra cui fuoco, acqua e fulmini. Le grandi pagine digitali proiettate sui monumentali libri di legno, con più di duecento immagini al loro interno, immerse nel buio delle sale del piano terra di Palazzo Collicola, nel loro scorrere come fossero mosse dal vento, danno il senso della progettazione delle opere teatrali, svelando il laboratorio stesso della creatività dell’artista nelle sue fasi di gestazione, ispirazione, euforia, fantasia e visionarietà, dimostrando che principio creativo dell’artista è pur sempre il segno che la mano traccia sul foglio.
Quasi a dirci che in fondo la struttura più intima dell’opera di Plessi comunica e mette romanticamente in scena, come in un sogno mai interrotto, la sua istintiva passione per la teatralità e per la spettacolare magia dell’arte.
La mostra è stata resa possibile grazie al sostegno della Fondazione Marignoli di Montecorona e Agli Amici di Palazzo Collicola.
L’ARTISTA
Fabrizio Plessi è nato a Reggio Emilia nel 1940. Vive e lavora a Venezia. È uno dei pionieri della video arte in Italia e sicuramente il primo ad aver utilizzato il monitor televisivo come un vero e proprio materiale fin dagli anni Settanta, dentro cui a scorrere è un flusso inarrestabile di acqua e di fuoco digitale. Ha insegnato per dieci anni “Umanizzazione delle tecnologie” alla Kunsthochschule für Medien di Colonia.
In ambito nazionale e internazionale non si contano le sue partecipazioni a importanti rassegne come Biennale di Venezia, Documenta di Kassel o mostre personali tenute in vari musei del mondo: dal Centre Pompidou di Parigi al Guggenheim di New York e Bilbao, dal Museo Civico di Reggio Emilia alle Scuderie del Quirinale di Roma, dal Martin Gropius Bau di Berlino all’IVAM di Valencia, dal MoCA di San Diego al Museo Ludwig di Budapest e Koblenz, dal Kestner Gesellschaft di Hannover al Museo d’Arte Moderna di Maiorca, dal Kunsthistorisches di Vienna alla Fondazione Mirò di Barcellona o al Fondaco dei tedeschi a Venezia. Nel 2011 il Padiglione Venezia della Biennale di Venezia ha riaperto dopo anni di chiusura con una sua imponente installazione dal titolo Mari Verticali.
Suggestive le sue opere site specific create per spazi antichi e classici come Piazza San Marco a Venezia, la Valle dei Templi di Agrigento, la Lonja di Palma de Maiorca, la Sala dei Giganti di Palazzo Te a Mantova o le Terme di Caracalla a Roma. Nel 2015 ha rappresentato con una monumentale scultura elettronica il Padiglione della Bielorussia per Expo Milano e a Venezia si è tenuta la mostra Liquid Life/Liquid life nelle sedi espositive dell’Arsenale e della Galleria G. Franchetti Ca’ d’Oro. Nel 2017 ha ideato per il Teatro La Fenice di Venezia Fenix DNA, una suggestiva opera d’arte totale, immersiva e multisensoriale mentre nel 2018 ha tenuto una mostra personale presso il Museo Pushkin di Mosca.
Al Passo del Brennero è stato inaugurato nel novembre del 2013 il Plessi Museum, opera di architettura, scultura e design che si integra perfettamente con il paesaggio naturale circostante. Le sue più recenti installazioni sono state Energy presso il teatro Tuscany Hall di Firenze e L’Età dell’oro a Piazza San Marco a Venezia entrambe del 2020.
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