UMBRIA – Parla con un linguaggio antico che arriva da lontano, con tante sfumature e ancor più accenti. Racconta storie di santi e demoni, luoghi magici abitati da antiche divinità, epiche battaglie, aneddoti bizzarri e personaggi misteriosi.
L’Umbria, fazzoletto di terra nel centro Italia è come un piccolo libro dalle tante pagine: uno di quei vecchi libri polverosi lasciati un po’ in disparte, non molto valorizzato forse, ma dall’interno sorprendente e colorato.
Le storie che narrano della sua origine sono tante e affascinanti, nascoste nelle grotte dei suoi boschi, negli antichi templi trasformati in chiese, si annidano a volte nelle feritoie dei castelli o sotto gli archi in pietra delle strade.
Un grande patrimonio ma spesso non molto conosciuto: proprio per questo, è nato Umbria Antica “un progetto multimediale per scoprire, valorizzare e comunicare in modo innovativo il patrimonio culturale e archeologico della nostra regione” . Parte integrante dell’ambizioso progetto è il Festival dell’Umbria antica, quest’anno alla sua prima edizione, un evento itinerante con lezioni di storia e archeologia tenute nei musei e nei siti archeologici dell’Umbria.
Il festival, diviso in sette tappe che si snodano lungo altrettanti luoghi, custodi e testimoni della storia antica della nostra regione, ha preso il via il 4 giugno nella pinacoteca del museo archeologico di Amelia, ed andrà avanti fino al 26 giugno con l’incontro conclusivo che si svolgerà nell’area archeologica di Carsulae.
Tra le due, Spello, Spoleto, Tuoro, Gubbio e Otricoli, “sette luoghi simbolo dell’Umbria – afferma Andrea Fioravanti, coordinatore del progetto – per cercare di far innamorare di nuovo chi conosce l’Umbria e far incuriosire chi non l’ha mai vista”.
Un percorso attraverso speciali luoghi che diventano teatro di incontri e lezioni dal taglio divulgativo tenute da storici, linguisti, professori ed archeologi.
“Questo è un festival che è fatto per rimanere – prosegue Andrea – con l’intenzione e gli investimenti per farlo nei prossimi anni. Il festival vuole portare a casa una sfida quasi impossibile: mettere nella geografia culturale d’Italia l’idea che esista un’Umbria antica. Si parla sempre dell’Umbria medievale, si parla molto dell’Umbria rinascimentale e tantissimo dell’Umbria enogastronomica però non si conosce molto il patrimonio storico archeologico che abbiamo. Quindi il nostro obiettivo è fare un tipo di festival diverso dal solito, non tanto farlo in un luogo singolo per parlare di ciò che c’è intorno ma andare proprio nei luoghi”.
Così la tappa a Spoleto sul tema Longobardi e rocca di Albornoz si è svolta proprio all’interno della Rocca, quella sui mosaici di Spello nella sala comunale di quest’ultima, quella di Carsulae nel teatro romano dell’area archeologica e così via, toccando con mano i luoghi della storia che prendono vita davanti agli occhi dei partecipanti.
Anima del progetto è Archeo, associazione di promozione sociale composta da Andrea Fioravanti, Costanza Motta, Matteo Cesari, Maria Sole Cammelli e Caterina Fioravanti, giovani studiosi provenienti anche da fuori regione, nata con l’obiettivo di creare dei contenuti multimediali fondamentali non solo per il pubblico giovane ma in generale per tanti tipi di pubblico ed attirare quante più persone possibile verso la scoperta dell’Umbria antica.
Giovani e con le idee molto chiare sul futuro e la struttura del loro progetto, decisi a sfruttare tutte le possibilità che le moderne tecnologie mettono loro a disposizione: walk tour, riprese dall’alto con il drone, podcast, pubblicazione dei trailer degli incontri vengono così via via utilizzati per una diversificazione dei contenuti che possa raggiungere tutti.
“Vivere prima l’esperienza online per poi andare sul sicuro è adesso molto importante per il turista. Per questo proponiamo tanti tipi di contenuti la cui caratteristica comune è quello di essere immersivi, una sfida difficile ma speriamo di avere ragione in questa battaglia culturale che portiamo avanti”.
Sfida che, con il pienone per tutti gli eventi finora svolti sembrerebbe essere sulla buona strada per essere vinta: “siamo contentissimi di come sta andando, ci sono state tra le 100 e le 120 persone ad evento – racconta Andrea alla fine della tappa di Spoleto – c’è tanta voglia di sentir parlare di Umbria e in particolare di Umbria antica. Anche perché poi tocchiamo tante corde, arriviamo a persone che magari stanno cercando la propria identità o a quelle persone interessate sì alla storia ma anche alle curiosità della nostra regione. Ad esempio, non tutti sanno che ad Amelia esiste il teatro con i meccanismi di legno ancora funzionanti più antico d’Italia, dove hanno girato alcune scene del Marchese del Grillo e che è più antico de La Fenice di Venezia o che Lucrezia Borgia ha gestito la Rocca di Albornoz”.
Ma il festival è solo una delle attività che svolge Umbria Antica, parte di quello che Andrea definisce un “calendario dell’avvento divulgativo culturale”.
In questa agenda di appuntamenti, la prima tappa è stata scritta, con la presenza nel sito di più di cinquanta articoli divulgativi e di approfondimento; la seconda, quella estiva che si sta svolgendo adesso è video, con i trailer pubblicati online alla fine di ogni incontro mentre la terza, che prenderà il via verso settembre e ottobre, sarà audio con la messa in onda di tutti i podcast.
Per far parlare di Umbria Antica tutto l’anno e diventare una realtà consolidata nel tempo, i presupposti ci sono tutti.
Per informazioni e approfondimenti: www.festivalumbriantica.it/