Domenica 10 aprile alla Darsena di Castiglione del Lago si è svolta la presentazione dell’album d’esordio de La Cruna del Lago Schiere di sudditi.
L’associazione Trasimeno Prog era presente, così come il sottoscritto che vi racconta com’è andata oltre a proporre una piccola intervista al gruppo ed una recensione del disco che uscirà a breve.
Il gruppo – composto da tre toscani, Arena, Bruni e Tuci e dal perugino d‘adozione Polistina – con esperienze in diversi ambiti musicali, prog, rock e blues – ha deciso di preparare un progetto nuovo, il cui primo risultato tangibile è l‘album che viene pubblicato in questi giorni.
Il tastierista e vocalist Carmelo Junior Arena, il chitarrista Pino Polistina, il batterista Andrea Bruni ed il bassista Matteo Tuci sono stati impegnati nella realizzazione del disco già dallo scorso anno e si sono esibiti in pubblico per la prima volta come opener del Banco del Mutuo Soccorso al Trasimeno Prog Festival lo scorso 22 agosto.
La presentazione è stata gradevole ed il pubblico presente ha applaudito più volte la band; la proposta musicale è stata intervallata da spazi durante i quali i musicisti hanno risposto a domande rivolte dai due improvvisati intervistatori: il presidente ed il segretario dell’associazione Trasimeno Prog, Massimo Sordi ed il sottoscritto Alfredo Buonumori; sul palco è salito anche il discografico Andrea Pettinelli.
Il live è iniziato con Giostra, primo singolo dall’album, poi Mantide agnostica e prima parte dell’intervista; poi il video di Stato e nuova chiacchierata ed infine Acqua da Marte; come bis è stata eseguita la ballata Illogica distanza; quindi tutti a cena a festeggiare.
Ho colto l’occasione in questi giorni per rivolgere qualche domanda al batterista della band – Andrea Bruni – che di seguto trascrivo.
Ciao Andrea, ben trovato; posso farti qualche domanda ?
Certamente; vai pure
Come vi è venuta l’idea del gruppo?
Dopo aver suonato in situazioni musicali di ogni tipo abbiamo sentito l’esigenza di mettere su un progetto tutto nostro, con brani originali. Il Prog ci è apparso fin da subito come il contesto ideale, essendo nostra intenzione quella di comporre la nostra musica senza troppe regole e senza schemi precostituiti.
Dal nome della band sembra di capire vi piacciano i giochi di parole; come è nato?
È vero, ci piacciono molto i giochi di parole; per questo abbiamo chiamato il nostro gruppo La Cruna del Lago e non dell’ago, come ci si potrebbe aspettare d’istinto. Il lago rappresenta la staticità attuale delle coscienze, a cui intendiamo contrapporci per dare uno scossone al nostro ambiente e suscitare in chi ci ascolta riflessioni nuove e stimolanti. Inoltre nel nome della band c’è un chiaro omaggio al Lago Trasimeno, perché i primi germogli di questo progetto sono spuntati proprio con la partecipazione alle edizioni di Trasimeno Prog degli anni 2018 e 2020 fino all’esperienza dello scorso anno, quando abbiamo avuto il privilegio e l’onore di aprire il concerto al Banco del Mutuo Soccorso.
Schiere di sudditi è il vostro album; ce lo presentate in breve?
Schiere di sudditi è il titolo del disco con cui vogliamo mettere in luce l’idea di un mondo alternativo a quello che vediamo intorno a noi. Un mondo che vorremmo fosse basato su una trasformazione interiore e sul rispetto dell’individuo, anziché sulla sua ostinata e ripetuta prevaricazione. In ognuno dei sei brani dell’album (più uno strumentale) si fa riferimento alla presenza di questi condizionamenti umani e sociali, che i fatti degli ultimi tempi (pandemie e guerre) hanno accentuato drasticamente. Al loro interno compare tuttavia uno spiraglio di fiducia e la voglia di riscatto per mutare il triste spettacolo che abbiamo di fronte, sia esso esemplificato dalla Giostra che gira dentro alle nostre coscienze, dalla rabbia di Stato, dall’Acqua da Marte inaspettata e salvifica o dal salto coraggioso della Mantide agnostica.
Avete pubblicato un singolo (Giostra) il giorno del vostro primo concerto, ed un video (Stato) più recentemente. Le immagini sono molto forti e di un’ attualità impressionante malgrado sia stato concepito da tempo … è giusto?
È vero, in particolare il video di Stato sembra ispirasi ai fatti degli ultimi mesi, invece è stato concepito quasi un anno fa. Purtroppo le ingiustizie attorno a cui ruotano le sofferenze dell’umanità sono destinate a ripetersi ciclicamente, a riprova del fatto che questo tipo di sudditanza nella società moderna è in atto già da molto tempo. Il guinzaglio si può stringere oppure allentare, ma è pur sempre un guinzaglio.
Quanto hanno influito le vostre precedenti esperienze per realizzare l’album?
Abbiamo fatto tesoro di tutti i nostri bagagli musicali e non per realizzare questo disco. Schiere di Sudditi è figlio dei nostri ascolti, delle nostre esperienze e delle nostre emozioni.
Quali saranno i prossimi impegni che affronterete e cosa state progettando?
Attualmente stiamo organizzando degli showcase per promuovere il disco, in uscita il 20 Aprile. Abbiamo iniziato con la Darsena di Castiglione del Lago – una data zero che possiamo definire karmica – e poi abbiamo proseguito con Milano. Al più presto presenteremo il nostro lavoro anche a Roma e nel sud Italia, dopodiché ci concentreremo sulla preparazione dei concerti estivi, che ci auguriamo possano farci conoscere tanti nuovi amici.
Ascoltando il disco ho apprezzato il fatto che abbiate superato i confini del prog per addentrarvi anche in un robusto rock ma non solo; trovo la ballade Illogica Distanza molto riuscita; mi spiegate queste varie sfaccettature?
Abbiamo attinto alle nostre diverse anime, convogliando in un progetto comune tutte le nostre influenze passate e presenti, dal rock al jazz-rock al blues e ovviamente al progressive, con particolare attenzione alle grandi prog band italiane.
Per i cultori del 33 giri che sono ancora molti e tanti lo stanno riscoprendo; so che avevate in mente di pubblicare il vostro album anche in vinile, è giusto?
È verissimo, abbiamo appena pubblicato il disco in cd e digitale e da grandi amanti degli LP non potevamo non mettere in cantiere anche il vinile, che vedrà la luce al più presto. Vi chiediamo solo di pazientare ancora un poco – e noi pazienteremo assieme a voi – perché le ditte specializzate hanno qualche difficoltà a gestire le numerose richieste e i processi di stampa e distribuzione vanno un po’ a rilento…. ma siamo sicuri che ne varrà la pena!
Anche se i ragazzi, prima di tutto amici, mi avevano fatto ascoltare diversi brani in anteprima tratti dall’album trovo più affascinante ascoltare un lavoro nella sua interezza; e la sfida per proseguire a produrre musica di qualità dev’essere proprio questa: sfidare le nuove generazioni ad un ascolto “consapevole”.
Cioè uscire dall’imbuto creato dalla tecnologia; si cerca un brano, pochi secondi e si passa ad un altro; credo che non dovrebbe funzionare in questo modo invece di questi tempi è così, e aggiungo purtroppo.
Eccomi quindi ad analizzare Schiere di sudditi – l’album d’esordio de La Cruna del Lago – in uscita in queste ore.
Il brano che apre è Giostra, singolo pubblicato in coincidenza con il concerto del Trasimeno Prog Festival; prima le tastiere, quindi il potente drumming ed ancora la chitarra incorniciano questa prima traccia; bisogna arrivare a circa 3 minuti per trovare la prima parte cantata dove è racchiuso il senso del titolo, del disco e del brano; giostra come il tempo che stiamo vivendo, pieno di dettami, che ci fanno apparire come sudditi, con la speranza di arrivare a migliorare la nostra condizione; un buon inizio nel segno del prog.
Mantide agnostica l’avevo ascoltata la scorsa estate in fase di missaggio; il brano ha un taglio verso il rock duro, anche se le tastiere sono lì a ricordare che il prog non è solo dietro l’angolo.
Illogica distanza è la sorpresa che non t’aspetti; durante lo showcase di domenica scorsa non sono riuscito a coglierne la bellezza pur avendo apprezzato le parti cantate; invece la ballata è molto coinvolgente e le chitarre acustiche ed elettriche sembrano sbucare direttamente dalla West Coast di settantiana memoria; malinconica ma proprio bella.
Interludio è l’unica traccia strumentale; il basso è protagonista nella parte iniziale; pian piano si fanno strada chitarra e tastiere; un brano evocativo, anche questo inaspettato.
Elettrodrama ha una lunga introduzione; andiamo in territori vicini all’elettronica, la parte cantata è molto efficace, in particolare nella seconda parte della strofa; è a questo punto che la chitarra entra per due volte in scena prima per un lungo assolo e poi a punteggiare la parte conclusiva.
Stato dimostra come i ragzzzi si trovino a loro agio con i giochi di parole; vengono infatti elencati decine di modi di intendere o di parlare del titolo; a tal proposito la domanda finale: … “c’è mai stato uno stato … di grazia” è una trovata geniale. Musicalmente è ancora un brano molto tosto; il riff tastieristico ti rimane subito in testa, così come la parte cantata centrale a cui cede nuovamente spazio la declinazione delle varianti con riferimento al titolo.
Acqua da Marte è forse il brano che preferisco … anche se ora Illogica distanza lo tallona da molto vicino; pure questa avevo ascoltato e rimango dell’idea che sia molto buona; poi i cambi tra l’ossessività del ritmo e l’incedere più moderato della chitarra che rientra nel tema mi intriga; mi piace.
Per Stato (radio edit) vale il discorso di qualche riga sopra; la differenza è nella lunghezza della traccia – questa è più breve perché manca la pur breve introduzione – ed è quella utilizzata per il primo video della band, pubblicato il mese scorso; il video è molto bello e – date le immagini che lo compongono, di strettissima attualità purtroppo – si stenta a credere che sia stato concepito oltre un anno fa.
Un buon debutto di questo quartetto che sarà da tenere d’occhio anche in futuro; noi di Trasimeno Prog conosciamo il loro valore; se volete scopritelo anche voi.
#stayprog