FOLIGNO – E’ andata in scena ieri sera, all’Auditorium San Domenico di Foligno, la data zero del nuovo tour del Banco del Mutuo Soccorso.
Ad aprire la serata gli amici del gruppo prog umbro de L’Estate di San Martino.
Set di 20 minuti per anticipare il quinto album che sarà pubblicato questa estate: “Kim”. Lo spunto, anziché da personaggi di pura fantasia come nei precedenti dischi, deriva da un fatto di cronaca; la ragazza infatti, una americana malata terminale, aprì realmente un crowdfunding per essere criogenizzata e rimanere in un limbo in attesa di un progresso scientifico e medico tali da poter essere guarita e rinascere per realizzare e vivere tutto quello che non aveva potuto. I brani che il gruppo ha presentato sono stati Inanna, Immaginami e Caleidoscopio.
In Inanna, omaggio alla principale divinità della mitologia antica, sumera, il cui mito risale a perlomeno 4mila anni fa, sonorità tribali si intrecciano ad atmosfere prog.
Immaginami è il pezzo che ho preferito, con una bella prova vocale di Andrea Pieroni e un bel solo del chitarrista Luca Castellani; reminiscenze care al prog d’oltremanica secondo tradizione della band perugina che le ritiene fondanti il suo stile, fanno capolino qua e là; ci può stare.
A chiudere il set Caleidoscopio, brano che concluderà il nuovo disco; anche questo molto intenso.
Tutto il gruppo, il cantante Andrea Pieroni, Massimo Baracchi al basso; Luca Castellani alla chitarra elettrica; Marco Pentiricci a flauto, sax, arpa e chitarra; Riccardo Regi alle chitarre 6 e 12 corde; Sergio Servadio alla batteria e Stefano Tofi alle tastiere, ha fornito una buona prova; aspetto con curiosità di ascoltare l’opera nella sua completezza.
Ma torniamo alla spettacolo del gruppo romano, protagonista della serata.
Con questo nuovo tour il Banco del Mutuo Soccorso intende celebrare i 50 anni dall’uscita dei primi due album, Il Salvadanaio, pubblicato il 3 maggio, e Darwin, il 6 dicembre, entrambi nel 1972.
Al tempo stesso si guarda avanti perché sono passati pochi minuti dall’ingresso sul palco della band quando il frontman Vittorio Nocenzi, sulle note accennate de In volo, brano che apriva Il Salvadanaio, ha comunicato che sarà pubblicato il 23 settembre il nuovo album, liberamente ispirato all’Orlando Furioso.
Dopo Transiberiana nel 2019 quindi ancora nuovo materiale per celebrare quel 1972 così importante, non solo nell’economia della band, ma di tutto il movimento del prog italiano ed europeo.
La serata, leggermente inficiata nella prima parte da qualche piccolo inconveniente tecnico, è servita alla band anche per una sorta di setup per l’inizio ufficiale della tournée, previsto per il 20 maggio in Svizzera, che proseguirà con tappe a Roma, Verona e Bordighera; queste al momento le date confermate; il calendario è in aggiornamento.
Il set è iniziato con una versione acustica di 750.000 anni fa … l’amore, eseguita da Vittorio Nocenzi e Filippo Marcheggiani alla chitarra, musicista che ha oltre 25 anni di esperienza nel gruppo al fianco del leader; molto suggestiva.
Ancora Metamorfosi, con il cantante Tony D’Alessio che si è aggiunto ai compagni di palco nel momento in cui si richiedeva il suo intervento; D’Alessio non è certo Francesco Di Giacomo ma ha un suo apprezzabile timbro personale.
E’ stata poi la volta de Il ragno, tra i brani di maggiore presa, da Come in un’ultima cena, idealmente unita ad un frammento di Stelle sulla terra da Transiberiana.
Ancora 100 mani e 100 occhi, La conquista della posizione eretta, Eterna transiberiana con un bel solo di Nicola Di Già; quindi da Io sono nato libero la struggete Canto nomade per un prigioniero politico, L’evoluzione ancora dal Salvadanaio e poi un salto negli anni ‘80 con Moby Dick, Paolo pa ed Emiliano.
Gran finale con Canto di primavera, R.I.P. e Traccia, con la quale la band ha salutato il pubblico.
Richiamato a gran voce sul palco per eseguire un bis il gruppo ha eseguito l’intramontabile Non mi rompete.
Nel complesso un’azzeccata scelta del repertorio proposto, differente anche rispetto alla recente esibizione dello scorso agosto al Trasimeno Prog Festival.
Il gruppo, che oltre a Nocenzi vede sul palco Filippo Marcheggiani e Nicola Di Già alle chitarre, Marco Capozi al basso, Fabio Moresco alla batteria e Tony D’Alessio alla voce ha indubbiamente trovato stabilità e coesione e ciò si percepisce ascoltandolo e vedendolo in azione.
Se proprio vogliamo trovare un limite alla serata lo individuerei nella prolissità dei passaggi parlati del leader.
Difatti, pur dotato di notevole comunicativa e simpatia, Nocenzi ha toccato temi anche molto delicati, come la situazione internazionale che ci sgomenta da più un mese con le vicende della guerra russo ucraina; tuttavia in taluni momenti mi è sembrato indugiare troppo sugli argomenti.
In definitiva una bella occasione per assaporare ancora le note di alcune tra le pagine più belle della musica italiana attendendo con trepidazione l’uscita del nuovo album della band.
Ringrazio Francesco Silvio Amenduni per le foto dei componenti de L’Estate di San Martino e di Vittorio Nocenzi
#stayprog
Foto: Silvio Amenduni