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La spettacolare danza acrobatica del Kataklò narrata da Carolina Cruciani. Al Politeama Clarici di Foligno “Back to Dance”

FOLIGNO – Evoluzioni che sfidano la forza di gravità, musiche incalzanti che accompagnano movimenti ora lenti ora veloci ma sempre sorprendenti, acrobazie aeree con forti e invisibili radici nella solidità della terra e la ricerca continua del gesto perfetto.

Questo e molto altro, in scena giovedì 10 marzo alle 21 al Politeama Clarici di Foligno con lo spettacolo “Back to Dance” dei Kataklò Athletic Dance Theatre, direzione artistica di Giulia Staccioli, fondatrice e coreografa della compagnia.

Il termine Kataklò viene dal greco antico e significa “io ballo piegandomi e contorcendomi” e racchiude simbolicamente ciò che avviene sulla scena.

Sul palco sei ragazzi, sei artisti e atleti di altissimo livello, raccontano con il linguaggio viscerale del corpo quello che è stato fermarsi per due anni, la solitudine, la paura e l’impotenza di fronte ad un evento che nessuno si aspettava. Ma con un messaggio positivo: tornare a muoversi, a danzare la vita in tutte le sue forme riappropriandosi della libertà e della gioia.

 

 

Se basta un profumo per tornare a respirare, a noi basta un respiro per tornare a ballare”, è la prima frase che descrive lo spettacolo e, prosegue “Tutto quello che eravamo è stato travolto da un vortice per poi essere messo in pausa, come in una vecchia fotografia. Kataklò decide però di schiacciare play e ricominciare con più energia”.

E, tra i sei artisti della più importante compagnia italiana di physical theatre, anche una rappresentante della nostra Umbria: Carolina Cruciani, giovane e talentuosa danzatrice di Assisi, nella compagnia dal 2018.

Una vita dedicata al movimento e alla danza che l’ha vista avvicinarsi a questa disciplina fin da piccolissima:

“Tutto è partito dal fatto di avere una mamma ex ballerina con una scuola di danza (la Scarpette Rosa di Carla Dominici, con sede a Petrignano di Assisi n.d.r.).

Ho iniziato con lei, che presto si è accorta delle mie doti fisiche particolari, ero più sciolta e più spericolata di altre, e mi ha iscritto allora a ginnastica ritmica all’età di 7 anni.

Da allora ho sempre mantenuto entrambe, la danza era la mia grande passione ma per diversi anni ho intrapreso il percorso agonistico con la ginnastica ritmica, fatto gare a livello nazionale e in serie B fino a 21 anni”.

Una laurea triennale in scienze motorie, l’inizio ora della magistrale e nel 2015 l’audizione per entrare nell’accademia di danza acrobatica Kataklò a Milano “un’accademia particolare, che spazia molto nella parte coreutica, attraverso ad esempio lo studio di vari stili di contemporaneo e tecnica classica ma anche acrobatica a terra e aerea, cerchi e tessuti”.

Un percorso di studi di tre anni, alla fine del quale: “un sogno che si avvera, essere convocata dopo il diploma dalla direttrice artistica Giulia Staccioli per l’anno 2018, anno in cui partiva la tournée di “Play”.

Spettacolo che, tra l’altro io vidi da spettatrice a Foligno nel 2012. Lo guardavo e pensavo “voglio fare questo” e qualche anno dopo c’ero anche io sul palco.

Un vero sogno anche perché la coreografa, essendo lei stessa un’ex ginnasta di ritmica a livello olimpico, porta avanti un lavoro nel quale mi rispecchio molto: un ponte tra sport e danza che sono le due strade che ho sempre cavalcato insieme”.

Il tour in Italia e la riconferma per l’anno successivo per un’altra produzione,“Eureka” stavolta, che la porta fino in Brasile:

“i teatri grandissimi, il fiume di gente di Rio, la possibilità di lavorare solo sulla danza. In Italia tutti noi lavoriamo, studiamo, insegniamo nelle varie palestre e scuole e dobbiamo incastrarci tra mille impegni. Lavorare all’estero ti permette di concentrarti solo su ciò che stai facendo in quel momento e ti fa crescere tanto a livello artistico”.

 

 

Poi è arrivato il 2020…

Ci ha catapultati in un’altra realtà. Siamo riusciti a lavorare con alcuni festival estivi ma non era la stessa cosa rispetto alle stagioni teatrali. L’inverno è stato duro, ci siamo allenati online ma anche lì non è stata la stessa cosa, anche a livello relazionale. Noi siamo 6, siamo un gruppo molto affiatato, a ridosso degli spettacoli o quando c’è una costruzione in corso stiamo anche quattro ore in sala prove o interi fine settimana insieme.

Noi viviamo per le stagioni teatrali, sono una terapia per il corpo e la mente”.

Le abbiamo chiesto cosa succede nella mente e nel cuore di una ballerina che torna in scena dopo tutto quel tempo, per provare a immaginare l’emozione:

“è stato incredibile, sembrava così tanto tempo ma anche come se non fosse passato nulla, sei lì e ti chiedi come hai fatto ad adattarti tutto quel tempo a quella situazione, quando questo è il mio lavoro, io sono fatta per questo.

E’ stato impegnativo fisicamente, in scena 6 giorni, ma ce l’abbiamo fatta con una consapevolezza maggiore, è stato come l’avevo lasciato ma con ancora più voglia di essere lì.

Anche da parte del pubblico, abbiamo sentito un grandissimo calore rispetto a prima, cosa per noi vitale.

Inoltre è stato bello perché la prima volta a teatro dopo tanto è stato adesso a gennaio al Carcano di Milano: facemmo lì il capodanno nel 2020 con Eureka e ci siamo ritrovati sempre lì due anni dopo a fare Back To Dance”.

E a breve, il ritorno sulla scena nella propria regione:

“portare il proprio lavoro a casa è sempre emozionante. Gli altri sono di Milano, con sei giorni di repliche le persone che ti conoscono si diluiscono, per me tutto si gioca in un giorno. C’è un po’ di tensione come è giusto che sia ma è sempre bellissimo.”

Per prenotazioni: Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria 075 57542222, tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 20.

Oppure online sul sito www.teatrostabile.umbria.it

Crediti fotografici: Cristina Valla e Irina Mattioli

 

Francesca Verdesca Zain

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