SPOLETO – Il Coordinamento per la Pace i Diritti Umani e la Salvaguardia dell’Ambiente insieme a Cgil Perugia, Cisl Umbria, Uil Umbria invita tutti a manifestare insieme per la pace ritrovandosi a Spoleto mercoledì 2 marzo alle ore 17,30 in piazza Garibaldi.
“Portiamo le bandiere della pace – invitano gli organizzatori – Dove i segni del potere si mostrano nella loro violenza e follia, portiamo insieme il potere dei segni. E’ indispensabile fare sentire la voce di tutte le comunità che, con netta convinzione, rifiutano ogni tipo di guerra. Il conflitto russo-ucraino è una follia, i cui effetti ricadranno sulle popolazioni direttamente coinvolte e sull’intera Europa per sete di potere, nazionalismi ed interessi particolari, quali quello delle lobby delle armi e l’accaparramento delle risorse energetiche.
Chiediamo – prosegue il Coordinamento – che l’Italia, che sulla base della sua Costituzione – una Costituzione scritta con la carne e il sangue, non dimentichiamolo mai – ripudia la guerra, non fornisca armi a nessuno e che, con essa tutta l’Unione europea, rifiuti con determinazione di farsi portare sul terreno della guerra e non smetta di percorrere la via della soluzione politica, cercando di assicurare il dominio incontrastato del diritto e l’infaticabile ricorso al negoziato, come proposto dalla Carta delle Nazioni Unite.Tutti saremo giudicati dai risultati delle nostre azioni. I nostri figli, il nostro futuro vivranno delle nostre scelte di oggi. Difficili, angosciose, ma che non devono smettere mai di essere scelte responsabili, che mettono al centro la persona e i suoi diritti. Durante la pandemia sono cresciute a livello planetario – inclusa l’Italia – la produzione e la vendita di armamenti. Mentre il mondo della medicina e della scienza si spendeva per salvare le vite dal Covid, altri spendevano per acquistare strumenti di morte, da mettere in mano a quelle stesse vite salvate. Ecco l’insensatezza della guerra, che inizia ben prima di scoppiare. Noi dobbiamo avere il coraggio di dire basta alla produzione di armamenti, e basta quindi alla loro commercializzazione. A cominciare da qui, da noi. Di fronte a tutto questo la pace non può essere promossa in forma di appello generico. C’è infatti un legame necessario fra pace e giustizia, fra pace e diritti umani, poiché solo se fondata sul riconoscimento della dignità delle persone la pace è vera e destinata a durare. Altrimenti è una traballante tregua, un accordo contingente mosso da interessi di altro genere.
Oggi dobbiamo allora concepire la pace come una tensione, una costruzione quotidiana che comincia da ciascuno di noi, dai nostri rapporti più prossimi. Una società attraversata dai conflitti sarà sempre terreno fertile per la guerra. Ma se impariamo a praticare l’ascolto, il confronto, il riconoscimento anche nei riguardi di chi ci appare meno simile e “conforme”, concimeremo campi di pace.
Attenzione -ammonisce il Coordinamento – C’è una responsabilità per tutti. Se davvero vogliamo la pace smettiamo tutte le guerre e incominciamo a prenderci cura di ciascun essere umano e della natura che ci nutre e ci accoglie. C’è molto lavoro da fare. Con la guerra tutto è perduto. Con la pace tutto è possibile”.