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Dopo Sanremo l’esordio di Fabrizio Moro come regista: da oggi nella sale il film “Ghiaccio”

Il pugilato per far sentire con tutta la forza possibile la potenza dell’amore. Quasi un ossimoro. Eppure da qui è partita la sceneggiatura di “Ghiaccio“, il film che da oggi, 7 febbraio, è nelle sale fino al 9 febbraio. Poi si potrà vedere in tv su Sky e i canali Mediaset. Torna dunque in scena Fabrizio Moro dopo la performance di Sanremo. La pellicola, infatti, sancisce l’esordio come regista del cantautore affiancato da Alessio De Leonardis.
Fabrizio Moro, nella presentazione del film avvenuta il 28 gennaio e che abbiamo seguito on line, ha spiegato che aveva in testa da tempo la sceneggiatura: “L’idea era ben chiara ma non trovavo il tempo per dargli le gambe. Paradossalmente la pandemia, la voglia di dire mi hanno spinto a farlo trovando piena sintonia di scrittura e di intenti con Alessio”. Riguardo l’apparente contrasto del dolcissimo brano dolcissimo “Sei tu” che compare anche nella pellicola, Fabrizio Moro ribadisce il messaggio di fondo: “Nella canzone come nel film si parla di amore”. Messaggio chiaro, evidente e convincente visto che a Sanremo ha vinto il Premio Bardotti per il miglior testo.

IL FILM 

“La durezza insita nella boxe -spiega Alessio De Leonardis – l’abbiamo usata come sorta di inganno. In realtà il nostro lavoro parla di sentimenti. Di pugni presi e restituiti. In solitudine. Affrontando demoni assieme a fatica e sofferenze sino a di farci capire se stiamo lottando abbastanza per meritarci di mettere le mani nel secchio pieno di ghiaccio. Il titolo del film? Una metafora dalla quale non siamo partiti. L’abbiamo trovata mentre scrivevamo la scena del secchio. A quel punto non abbiamo avuto dubbi”.
Protagonisti sono Giacomo Ferrara e Vinicio Marchioni. Su quel ring ci hanno lasciato un pezzo importante di loro stessi.
Ferrara è stato chiamato a indossare i guantoni senza sapere nemmeno lontanamente cosa significasse il pugilato: ci ha messo l’anima. Per due mesi e mezzo, grazie alla guida di Giovanni De Carolis campione del mondo Wba Pro Pesi Medi, ha imparato il valore della fatica, del dolore fisico, della stanchezza e della resistenza. “E’ stata una sfida enorme e bellissima. Giovanni De Carolis oltre ad essere un grande campione si è rivelato un amico, tanto che continuo a fare boxe”.
Vinicio Marchioni si era lussato la s palla due settimane prima dell’inizio delle riprese. La grinta, dunque, ce l’ha dovuta mettere anche lui fin dall’inizio. Alla fine, però, quello che si porta dietro varrà per tutta la vita: “Ora posso dire che a 46 anni ho pienamente capito cosa voglio realmente da questa professione. Un lavoro che è importantissimo per noi stessi e per gli altri. Con Ghiaccio ho potuto contare su una produzione efficientissima che ci ha consentito di avere il giusto tempo di apprendimento, d’immedesimazione, compenetrazione nel personaggio, interiorizzazione della sceneggiatura. Il tutto assieme a colleghi, tecnici, consulenti preparati e professionali. D’ora in poi accetterò di lavorare solo a determinate condizioni. Un desiderio: vorrei che questo film lo vedessero soprattutto i giovani dopo l’esperienza della pandemia. Qui possono ritrovare il senso e la bellezza del concetto di comunità, di condivisione”.
Soddisfatto dell’esperienza Giovanni De Carolis: “Sono rimasto stupito dalla dedizione che sia Giacomo che Vinicio hanno messo non solo nell’allenamento ma nel voler respirare il sudore”.
Nel cast ci sono il campione Domenico “Mirko” Valentino, Claudio Camilli, Beatrice Bartoni, Sara Cardinaletti, Valerio Morigi, Lorenzo Grilli, Emanuele Propizio, Mauro Cremonini, Lidia Vitale.

Prodotto da Francesca Verdini, “Ghiaccio” è una produzione La Casa Rossa con Tenderstories in collaborazione con Vision Distribution, SKY, RTI, in associazione con l’Università Telematica San Raffaele di Roma, distribuito da Vision Distribution. E’ stato realizzato grazie alla partnership e sponsorizzazione con Tilt Srl di Silene Mosticchio. Importante l’adesione al progetto del Coni e della Federazione italiana pugilato in particolare.
Francesca Verdini ha creduto fortemente fin dall’inizio in questo progetto al quale ha aggiunto anche l’interessante sperimentazione del green-set.
“Ringrazio tutta la squadra che ha partecipato al film. E’ stato un lavoro molto impegnativo quanto gratificante. Il green-set ha rappresentato un’ulteriore sfida che ha comportato nuovi atteggiamenti per ottenere una produzione capace di guardare alla sostenibilità su più fronti, a partire dall’utilizzo del semplice bicchiere sino agli interventi strutturali”.

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