Andiamo in controtendenza. Noi di Vivo Umbria, al 2019, resteremo affezionati a vita perché ha segnato l’atto di nascita della nostra testata on line che ha concretamente tradotto un progetto che è anche un sogno professionale: essere testimoni, promotori, fruitori noi stessi di ciò che la cultura di questa regione esprime e solo in parte conosce realmente e, comunque, vorrebbe poter ancora meglio dire e mostrare. Grazie, dunque, al 2019.
Da stamattina c’è un anno nuovo da vivere e raccontare e lo faremo con rinnovata motivazione e sana “trepidazione”, lo dimostra perfettamente l’illustrazione di Diego Zurli che ringrazio ancora una volta per esserci vicino con la sue intelligenti e ironiche matite colorate.
Dunque, anche per mettere a punto l’agenda di lavoro che vogliamo condividere con i nostri lettori, la redazione che si è data davvero un gran da fare, ha chiesto a chi la cultura la fa, la amministra, ci vive e la dona agli altri, cosa spera, pensa e chiede debba accadere nel 2020.
Non potevamo sentire il parere di tutti, comprenderete. Riteniamo però che chi ha parlato abbia usato comunque pensieri e parole di molti. Pertanto la nostra speranza è che nessuno si senta escluso. Nel caso, siamo qui e raccoglieremo volentieri le singole istanze. Allora, a chi vorrà, buona lettura che procede, vale la pena sottolinearlo, in ordine sparso, senza nessuna gerarchia di nomi.
Sottinteso e scontato l’augurio di Buon anno a tutti voi, c’è un pensiero di un filosofo, saggista e scrittore americano vissuto nell’Ottocento, ritenuto figura centrale nella cultura americana, Ralph Waldo Emersom, che mi ha fatto, nel tempo, sempre riflettere perché semplice ma maledettamente complesso nella sua ipotetica realizzazione. Ha detto: “Miriamo in alto per colpire l’obiettivo“. Cosa non facile per la sfera culturale che avrebbe bisogno di avere le armi giuste, finalmente, in questo Paese e, dunque, anche in Umbria. Perché talvolta si è costretti sparare con il fucilino col tappo o semplicemente a salve.
Però, se condividiamo il concetto che denunciare è doveroso ma piangersi addosso perfettamente inutile, vi invito a leggere ciò che per i lettori di Vivo Umbria ha scritto Andrea Scanzi, aretino e vicino di casa che ringrazio, il quale invece di rispondere alla domanda sulle aspettative per il nuovo anno che abbiamo rivolto a tutti gli interlocutori, ci ha spiazzato, come del resto nella sua natura, preferendo, piuttosto, dirci che cosa l’Umbria è per lui. Per farcene rendere ancora più conto.
Lo prendiamo come buon auspicio e per questo, da qui, iniziamo.
Andrea Scanzi: “Non c’è nulla che mi rilassi come andare in moto. E spesso me ne vado in Umbria. L’ho attraversata anche ad un raduno Triumph, quel giorno avevo la Bonneville. A Bocca Serriola vado di continuo, mi ricorda l’infanzia. Uno dei giri più belli è stato l’estate scorsa. Ero con la mia compagna e in quel caso abbiamo preso la mia Harley Davidson Roadster 1200. Dopo avere attraversato la Valle di Chio, abbiamo girato prima di Bivio di Canoscio e poi prima di Croce di Castiglione. La strada, dopo Gioiello, sale ripida e tortuosa. Molto impegnativa. Sei fuori dal mondo. Poi, bellissima, ti appare Monte Santa Maria Tiberina. L’abbiamo vissuta e respirata. Ne ho un ricordo nitido e bellissimo”.
Laura Musella, direttore artistico di Omaggio all’Umbria: “Spero di poter continuare a far vivere questo progetto e di farlo crescere ancora di più. Ci sono tante cose in cantiere e posso anticipare che il 4 aprile ci sarà il consueto concerto di Pasqua al Duomo di Orvieto con Zubin Mehta trasmesso da Rai Uno”.
Nino Marino, direttore del Teatro Stabile dell’Umbria: “L’augurio per il nuovo anno è che ognuno di noi possa esprimere il proprio genio, trovare il suo posto per partecipare ad un progetto comune per la nostra regione. Mi auguro che la bella e nuova generazione che sento scalpitare, trovi qui, o altrove, competenze, entusiasmo e voglia di partecipare alla costruzione di una dinamica comunità che, forte della sua tradizione, fiera di abitare un luogo privilegiato per patrimonio artistico culturale, possa essere motore di un rinascimento. In questo senso un pensiero davvero particolare va a Norcia e ai suoi abitanti: possano sempre essere orgogliosi di un territorio coeso e solidale”.
Patrizia Marcagnani, Associazione Moon in June che ha ereditato il lascito culturale della Fondazione intitolata a Sergio Piazzoli: “Per la nostra manifestazione di punta all’Isola Maggiore, Moon in June, abbiamo per il 2020 avuto dal Comune di Tuoro la più ampia disponibilità. Abbiamo già individuato le date 19, 20 e 21 giugno. Occorre verificare l’eventuale e auspicata adesione da parte della Regione che è sempre stata, in questi anni, l’altro ente che ci ha convintamente sostenuto. Per quanto riguarda la stagione dei teatri, invece, attendiamo di conoscere dal Comune di Perugia se ha intenzione di appoggiare eventi al Pavone, al Morlacchi e all’auditorium San Francesco al Prato, detto che per quanto riguarda l’utilizzo del Turreno, con nostro grande rammarico, al momento, non c’è nulla di certo rispetto ai tempi”.
Stefano Cipiciani, direttore artistico di Fontemaggiore: “Il mio auspicio è che il teatro vada avanti per sempre. L’augurio è che tutti quelli che fanno questo lavoro, lo possano fare con più tranquillità”.
Claudio Lepore, direttore generale del Lirico Sperimentale di Spoleto: “Per quanto ci riguarda l’auspicio è di stabilizzare le risorse economiche sulla base delle istanze presentate alla Regione dell’Umbria. Nel corso dell’anno appena iniziato stiamo lavorando affinché nel 2021 si possano festeggiare degnamente i 75 anni dello Sperimentale con grandi manifestazioni diffuse sul territorio regionale”.
Gianluca Brundo, direttore artistico di Ars Contemporanea rassegna che si svolge a Castiglione del Lago: “Visti i tempi bui che stiamo vivendo dal punto di vista culturale, spero sempre nella rinascita. Personalmente l’impegno è stato e sarà sempre massimo. Se pensiamo di vivere in armonia all’interno di regole, non si può prescindere dalla cultura che però viene sempre più declassata, a vari livelli e con precise responsabilità. Noi lottiamo. Continueremo a farlo perché ci sentiamo impegnati in prima linea”.
Roberto Biselli, ideatore e creatore del Teatro di Sacco che nel 2020 festeggia i 35 anni di vita: “Come prima cosa auguro che siamo felici, elemento essenziale per la nostra esistenza. In secondo luogo che si possa continuare a raccontare cose interessanti e importanti per chi ci viene a vedere. Terzo, per quanto mi riguarda, auspico una collaborazione intensa e significativa con tutte le realtà che operano in Umbria, a cominciare da quelle istituzionali. In questo senso mi farebbe molto piacere riaprire un discorso fattivo con Il Teatro Stabile dell’Umbria, struttura fondamentale di riferimento per la crescita e sopravvivenza stessa delle forme d’espressione teatrale e culturali sul territorio. Infine vorrei che le produzioni del Teatro di Sacco venissero condivise anche oltre il confine regionale e, su tutto, auspico che produrre cultura non sia considerato un hobby ma un serio mestiere, assolutamente necessario ad acquisire consapevolezze identitarie irrinunciabili e che per questo va difeso, a cominciare proprio dallo Stato e dalle istituzioni che ne sono una sua emanazione. Infine auguro a tutti gli artisti di continuare ad avere la forza di andare avanti nonostante le tante difficoltà e che continuino ad avere sogni e di non perderli mai”.
Silvia Alunni, direttore artistico di Visioninmusica: “Personalmente mi auguro tempi migliori e soprattutto più chiari, ovvero che consentano a chi fa cultura di avere certezze. Alla cultura in generale, compresa quella musicale, auguro attenzione maggiore perché è l’anima del nostro Paese. E non è che ‘se c’è bene altrimenti…vediamo; se c’abbiamo i soldi…sennò’. Noi operatori veniamo spesso presi come mendicanti in cerca di un obolo e chi ci amministra ha in questo senso specifiche responsabilità”.
Paola Agabiti, assessore regionale al Turismo e alla cultura: “Il patrimonio culturale della nostra regione offre un’esperienza unica. Il segreto, questo il mio auspicio, sarà lavorare verso un obiettivo comune secondo una unica regia per l’Umbria, così da valorizzare al meglio le potenzialità che tante realtà, dai grandi festival ai piccoli eventi, esprimono”.
Ada Urbani, assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Spoleto: “Mi auguro che la programmazione culturale di eventi e spettacoli di qualità già predisposta dalla nostra amministrazione, continui a procedere speditamente prevedendo una panificazione che possa dare anche impulso al turismo e che il 2020 possa confermare i buoni risultati riscontrati nel 2019. Del resto è questo che merita Spoleto per l’eco internazionale che ha e questa sua immagine, del resto, si riflette in maniera positivamente evidente in tutta la regione. Si può fare certamente di più ed è con la collaborazione di tutti che si possono prevedere e creare ulteriori attrattori culturali con riflessi anche economici positivi per il territorio”.
Carlo Pagnotta, patron di Umbria Jazz guarda al 2023, anno del cinquantenario di Umbria Jazz e, forte del milione di euro stanziato dal ministero per Umbria Jazz, non può che vedere le cose positivamente. Ma i problemi non mancano mai, come ad esempio la situazione dei dipendenti dell’ex Tema che gestisce il teatro Mancinelli di
Orvieto. Per quest’anno “Umbria Jazz per Ujw ha fatto fronte al problema con contratti di prestazione occasionale, ma dal prossimo – assicura Pagnotta – le cose dovranno cambiare”.
Maria Cecilia Berioli, direttore artistico di UmbiaEnsemble : “Scocca la mezzanotte dell’ultimo dell’anno; per una volta non sono io a suonare, ma quel rintocco dà il ‘la’ al momento dei bilanci. E delle aspettative. Che sono aspettative di continuità ma pure di novità: al 2020 chiedo di farmi continuare a viaggiare per il mondo con la musica di UmbriaEnsemble; ma, pure, di far scomparire le divisioni che mortificano le potenzialità della mia Umbria. Mille facce, ma un solo cuore: nell’anno beethoveniano 2020, sogno per la mia terra un Inno alla Gioia diffuso e veramente corale” .
Lucia Fiumi, presidente dell’Associazione Umbra Canzone e Musica d’
Eugenio Guarducci, direttore artistico del Festival di Todi, inventore di Euochocolate e molto altro: “Il mio primo proposito per il 2020 sarà quello di orientare la mia scrivania di lavoro in maniera diversa rispetto a quanto fatto fino ad oggi. Voglio insomma cambiare i miei punti di osservazione – non solo in ufficio – calandomi a volte in quelli di coloro che mi guardano sempre dalla stessa parte. Vorrei continuare a sorprenderli e cercare di convincerli che nel mio modo di agire sono poche le cose che devono dare per scontato. Il mio desiderio più grande è quello di realizzare i progetti in cui convintamente credo superando ostacoli che solo apparentemente sembrano insormontabili. Purtroppo, essendo sempre progetti abbastanza ambiziosi, non basterà il 2020 per realizzarli nella loro totalità. Aspetterò quindi il 2021 e agli incontri, ai viaggi e alle cose che vedrò nel 2020 affiderò l’onere di stimolare la nascita di nuovi ambiziosi progetti”.
Umberto Tonti, imprenditore e presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno: “Nel 2020 il capitale umano è chiamato a un passaggio cruciale. La guerra commerciale per il predominio tecnologico sta vivendo un match senza esclusione di colpi. I tempi della globalizzazione nella quale esistevano due contesti che si integravano ovvero il mondo occidentale proprietario delle tecnologie ed il resto la fabbrica del mondo, ha favorito grandi profitti ma ha generato nel tempo nuovi soggetti in grado di competere addirittura sull’intelligenza artificiale. Ora il fattore competitivo si gioca sull’accessibilità alla conoscenza. Una rivoluzione che sta colpendo il pianeta per quanto riguarda i rapporti tra l’agire imprenditoriale, la qualità del lavoro, la vita delle collettività, la sostenibilità ambientale e sociale, la democrazia, il modo di di fare scienza ed affari o di prendersi cura della nostra saluta e addirittura della nostra felicità. Questa è l’era del 4.0. La quarta rivoluzione industriale che acquisisce nomenclature varie quali internet of things, big data, cloud computig assegna un nuovo ruolo a ciascuno di noi, quello di guidare la tecno-rivoluzione con l’uomo al centro. C’è un solo requisito fondamentale: le competenze. L’impresa tecnologica, digitale, innovativa rappresenta ora un’attrattiva per i ragazzi, quelli consapevoli, e si affianca ad una produzione green, pulita e sostenibile. Digital analyst, digital project manager, digital media specialist stanno creando le reti uomo-macchina che affascinano i giovani non più relegati alle nicchie delle app o all’e-commerce. Sotto questo profilo l’impresa del futura sta mutando la sua funzione di responsabilità sociale attraverso l’introduzione di discipline nuove. In ogni settore aziendale la gestione dei dati è diventata centrale, è ormai una competenza trasversale, dall’operaio al manager, tale da far assumere una valenza di democratizzazione del dato. Ogni settore aziendale saprà interrogare i propri dati che farà convergere verso un ruolo più consapevole soggetto il dipendente perché la trasformazione 4.0 è sempre più un tema di persone e non solo di tecnologie. Tutto questo insieme di cose si riverbera nel cittadino che ad oggi sempre spaventato ma che saprà, a breve, distinguere l’effimero e la disinformazione, i pregiudizi sociali e cognitivi generando un sistema di autodifesa dai “predatori” della rete che è poi il senso critico. Dobbiamo semplicemente prendere atto dell’ineguagliabile potere del nostro cervello. Tutto ciò nonostante l’immobilismo delle istituzioni troppo limitate a gestire l’ordinario e in deficit di guida stabile e competente”.
Arianna Pellegrini, viaggiatrice autonoma, nomade digitale con base in Umbria: “Voglio continuare come ho fatto quest’anno a vivere l’Umbria anche come turista visitando luoghi che non ho ancora visto. Voglio seguire di più la cultura, andare più spesso a teatro o al cinema, sperando in proposte ed eventi sempre più interessanti. Tra i propositi c’è la volontà di utilizzare di più i mezzi pubblici perché molta gente si lamenta del fatto che in Umbria il servizio sia scarso e di bassa qualità, cosa che condivido, però penso anche che come individui dovremmo lanciare noi un messaggio ai politici, iniziando ad usarli di più per far capire che è un servizio che va migliorato perché noi cittadini lo vogliamo”.
Sara Jane Ceccarelli, cantante e autrice: “Il 2020 sarà l’anno del primo mutuo, del primo vero tour con la prima vera agenzia, l’anno della sana alimentazione e delle nuove canzoni. L’anno in cui rivedrò mio fratello lontano e forse il Canada. L’anno di nuovi errori che prenderanno come sempre forma di arcobaleno quando se ne capirà il senso. Ma soprattutto, da sempre e per sempre, l’anno in cui la mia casa continuerà ad essere il palco”.
Giovanni Dozzini, giornalista e scrittore: “Spero di trovare storie che meritino di essere raccontate, e di saperle raccontare. E spero di raccontarle a chi avrà più bisogno di ascoltare storie del genere. E’ lo stesso proposito di ogni anno da molti anni a questa parte. Una volta di più, farò del mio meglio”.
Gianluca Tassi, presidente Comitato italiano paralimpico dell’Umbria: “Auspico che sempre più atleti umbri si avvicinino al mondo sportivo del paralimpico. Mi piacerebbe avere ancora più persone disabili che si cimentino nelle specialità sportive che stiamo coltivando in maniera professionale, ci sono alcuni settori dove stiamo avendo grandi successi. Per il 2020 continueremo una promozione capillare sul territorio”.
Alfiero Moretti, direttore Governo del Territorio Regione Umbria: “Il 2020 dovrà essere l’anno in cui sarà possibile aprire molti cantieri pubblici e privati per la ricostruzione dei territori umbri martoriati dal terremoto e rispondere così alle esigenze dei cittadini. Concretizzare questo obiettivo, su cui lavoriamo da tempo, è un obiettivo strategico, irrinunciabile, anche per la qualità dei borghi interessati”.
Aldo Amoni, presidente di Epta Confcommercio: “Per il 2020 ho un grande obiettivo da costruire con la collaborazione di tutti i soggetti interessati: mettere insieme le grandi città dell’Umbria per una promozione condivisa superando quelle forme di campanilismo che sono superate. Dobbiamo costruire un cartellone di eventi da valorizzare attraverso le eccellenze di ogni territorio, attraverso campagne informative mirate sui social ma anche attraverso ‘presenze fisiche’ in luoghi strategici, come grandi cartelloni pubblicitari che ad esempio con il Festival dei Primi d’Italia hanno dimostrato di funzionare. Possediamo borghi che sono tra i pù belli del mondo e dobbiamo puntare dunque a quel turismo di rendita che deve dare la possibilità di far vivere di rendita l’Umbria”.
Greta Panettieri tre lunghi tour in Russia e tanti altri appuntamenti. Questo 2019 si chiude nel migliore dei modi per questa jazz-singer con un’infanzia passata a Perugia e una lunga esperienza musicale maturata a New York. “Per il 2020 ho già in mente il progetto di un nuovo album, ma è ancora presto per parlarne”.
John e Birgit, americano lui tedesca lei, vivono da molti anni nella campagna umbra all’insegna dei principi dell’autoproduzione e della decrescita nel totale rispetto dell’ambiente. Birgit: ” A me piacerebbe lavorare di più con le erbe, è una cosa che faccio già ma vorrei ampliarla per rendere lo spazio in cui vivo ancora più bello e per condividerla con gli altri. Vorrei coinvolgere e far conoscere questo mondo a più persone, far capire che tante cose di cui abbiamo bisogno sono già lì fuori e che si può andare in prima persona a raccoglierle”. John: “Ho il grande desiderio di leggere un libro scoperto da poco, intitolato I Segreti del Danubio che parla di una società di circa 5000 anni prima di Cristo che abitava nella zona del Danubio. Questa società aveva un centro di circa diecimila abitanti dove i diritti degli uomini e delle donne erano uguali, coltivavano la terra e non esisteva violenza. Penso che questa società potrebbe essere il modello per il nostro futuro, un’idea per far aumentare la consapevolezza che un altro modo di stare al mondo è possibile”.