“Sparavano i fascisti. E urlavano, le mie compagne colpite. Quando è partita la raffica di mitra ho pensato che fossero state ammazzate tutte quante”.
Non è una storia di guerra. Almeno quella che saremmo portati a credere, perché sempre di una guerra si trattò. E’ il 9 gennaio 1979, un martedì, a Roma stanno ancora smontando gli addobbi di Natale. Nei locali di Radio Città Futura, l’emittente sostenuta da Renzo Rossellini, figlio del regista, è l’ora dello spazio dedicato alle donne. Stamattina si parla di contraccezione ma i telefoni, chissà perché, non funzionano.
Nunni Mioli, al secolo Annunziata, anni 95, ormai spoletina di adozione ma legata indissolubilmente a quegli anni trascorsi nella Capitale, ricorda per filo e per segno gli attimi in cui un commando dei Nar, i Nuclei armati rivoluzionari di Giusva Fioravanti, fece irruzione nei locali della radio con il volto coperto dai passamontagna. Nunni era al microfono e fu il primo bersaglio, con una molotov lanciata addosso.
“I capelli presero subito fuoco. Fortuna che una mia compagna mi gettò un golfino per proteggermi gli occhi, un gesto che mi salvò la vista”.
L’azione proseguì con maggiore ferocia, chi implorava di non sparare perché aveva un figlio piccolo e si vide mitragliare alle ginocchia, chi fu raggiunta mentre scappava e fu centrata con una raffica al ventre che la spedì due settimane in coma.
Tutti ricordi che fanno parte di un racconto articolato e emozionante che andrà in onda alle 16,30 su Raitre domenica 9 maggio, il giorno dedicato alle vittime del terrorismo, sia nero che rosso.
“1974 1979. Le nostre ferite” è il film di Monica Repetto, una delle nostre migliori documentariste, un film corale, costruito attraverso originali repertori familiari in Super8 e testimonianze, dove si alternano vicende apparentemente minime che contrassegnarono la sfacciata violenza di quegli ultimi anni di piombo. C’è la storia della nostra conterranea Nunni Mioli, così come quella del poliziotto, unico sopravvissuto della sua pattuglia all’agguato delle Br, e di altri superstiti dimenticati, tutti con il loro bagaglio di storie tragiche e di vite ricucite con forza e determinazione. Da non perdere.
Leonardo Malà